Il giudice che non ha convalidato l’arresto del cantante Marco Carta – eseguito lo scorso 31 maggio dalla polizia municipale per il furto di sei magliette alla Rinascente di Milano, vicenda per la quale è stata condannata Fabiana Muscas amica del giovane ‘talento’ di ‘Amici’ – “non ha fatto buon governo” dei principi che regolano “l’arresto in flagranza di reato e la relativa procedura di convalida”.

Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi e relative all’udienza che, lo scorso sei novembre, hanno accolto il ricorso del pm di Milano Nicola Rossato contro il ‘no’ all’arresto di Carta emesso con ord giugno dal giudice Stefano Caramellino per “carenza di gravità indiziaria”.

Secondo la Suprema Corte, con ragione il pm ha rilevato che “il giudice ha utilizzato esclusivamente le versioni fornite dagli arrestati nulla dicendo in ordine alle dichiarazioni rese dal teste oculare F.P.”. Per la Cassazione, il giudice doveva solo verificare l’uso legittimo dell’arresto e solo successivamente valutare gli indizi di reato.