“In assenza di una disposizione legislativa, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente non è tenuta a introdurre strumenti perequativi per porre a carico della generalità della clientela finale i costi di investimento connessi alla metanizzazione della Sardegna”. E’ il passaggio fondamentale, per quanto riguarda l’Isola, della delibera di fine anno con cui Arera definisce le tariffe del gas in tutto il Paese per il prossimo quinquennio.
In pratica si continua a sostenere l’opportunità di un tariffario separato per la Sardegna, nonostante gli annunci di segno opposto del governatore Christian Solinas. Uno scenario che solo una legge nazionale, quindi un decreto del Governo, potrebbe modificare. D’altra parte, è spiegato nel documento, “le norme della regolazione tariffaria non sono una missione al perseguimento della metanizzazione del Paese a ogni costo perché il servizio gas, diversamente da quello elettrico, non riveste caratteristiche di servizio insostituibile, in quanto si rivolge a necessità e tipi di utilizzo che possono essere soddisfatti per mezzo di altre fonti energetiche, anche con impatto ambientale comparabile”.
La decisione finale dell’Autorità, evidentemente, non tiene conto delle recenti modifiche apportate al Pniec, il Piano energia nazionale energia e clima, in sede di conferenza Stato-Regioni. Emendamenti della Sardegna accolti che parlano di “una connessione virtuale al resto della rete nazionale attraverso una nave metaniera già in fase di realizzazione che collegherà i due terminali di Livorno e La Spezia con il punto di aggancio in uno dei depositi costieri in fase di realizzazione nell’Isola”. Ovvero, ciò che dovrebbe consentire, come ha spiegato Solinas, di ancorare il prezzo del metano in Sardegna al resto della rete italiana.







