Da tempo all’ordine del giorno delle Camere è presente un emendamento in tema di legalizzazione della cannabis light a firma del senatore Matteo Mantero, argomento sul quale il movimento ha già provato a intervenire in passato e, pur non essendo ancora stato stato depositato un nuovo emendamento in proposito, fa già discutere l’opportunità che il M5S provi a riproporne uno allo scadere del termine per le proposte di modifica al Milleproroghe (il 20 gennaio).
Il testo, che era stato depositato all’inizio del 2018, reca disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati e già quando fu presentato per la prima volta, lo scorso gennaio, generò una polemica tra la Lega e il M5S, mentre nella scorsa legislatura una proposta di legge bipartisan in materia era stata approvata a Montecitorio, ma si era poi fermata in Senato.
Il tentativo dei parlamentari pentastellati di liberalizzare la cannabis con una quantità di Thc (tetraidcrocannabinolo) inferiore allo 0,5% era stato bocciato dalla presidenza del Senato durante una discussione della Finanziaria, per estraneità di materia.
La proposta di legge sulla cannabis non è una novità per i parlamentari italiani, anzi, come precedentemente anticipato, era in discussione alla Camera già da diversi anni. Il testo originario era stato depositato ben 5 anni fa, il 16 luglio del 2015 e proponeva la legalizzazione delle droghe leggere per l’uso a scopo ricreativo. Approdato in Aula dopo la discussione in commissione Giustizia alla Camera, è stato poi rimandato in commissione dall’Aula nell’ottobre del 2016.
Il testo in questione era stato proposto e depositato dall’Intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis ed era stato sottoscritto da 218 parlamentari che rappresentavano un po’ tutti gli schieramenti politici: Pd, M5s, Sel, Misto, ma anche Fi e Sc.
Un cambiamento di rotta importante però è sopraggiunto poco dopo Natale, il 26 dicembre, quando è stata resa pubblica una sentenza della Corte di Cassazione del 19 dicembre che prevede, in linea generale, la possibilità di coltivare in casa la cannabis per uso personale in minima quantità. Gli ermellini hanno aperto la porta a una svolta radicale in materia, ora la palla passa nelle mani del Parlamento: cosa succederà?







