Massimiliano Farci non avrebbe agito da solo. Il pizzaiolo di Assemini, 53 anni, accusato del femminicidio di Speranza Ponti, 50 anni, di Uri, sua compagna da due anni, sarebbe stato aiutato da qualcuno almeno a trasportare e nascondere il corpo della vittima dal luogo dell’omicidio a quello del ritrovamento.
È la convinzione degli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Beatrice Giovannetti. Speranza Ponti è stata uccisa nella casa di Alghero che i due avevano affittato in via Vittorio Emanuele, stessa via del carcere in cui Farci rientrava la notte, in regime di semi-libertà per il cosiddetto delitto della Lotus rossa, commesso nel 1999.
Oggi nell’istituto di Patologia forense dell’Università di Sassari il medico legale Salvatore Lorenzoni eseguirà l’autopsia. L’uomo, per il quale ieri il gip Antonello Spanu ha convalidato l’arresto e ha disposto la custodia in carcere, è accusato di omicidio doloso, occultamento di cadavere e furto e uso indebito del bancomat. Farci è difeso dall’avvocato Daniele Solinas.
La morte della donna risale almeno al 6 dicembre: è la data del primo prelievo dal bancomat di cui è accusato il presunto assassino. Farci che in tutto ha portato via dal conto 5mila euro, però, sostiene che fossero soldi di entrambi. Grazie anche alla liquidità di cui disponeva Speranza Ponti dopo aver venduto la casa di Genova e aver incassato una polizza assicurativa, la coppia aveva sistemato la pizzeria Sergio’s di via XX settembre, che Farci gestiva da quando era in semi-libertà dopo i quasi vent’anni di carcere per l’omicidio di Renato Baldussi, imprenditore di San Sperate ucciso nel 1999 con la complicità del fratello Alessio, condannato a vent’anni per averlo aiutato.
Il corpo è stato ritrovato venerdì scorso a Monte Carru, una collina che sovrasta la città e il golfo di Capo Caccia: a sua detta è un luogo molto caro alla coppia per il suo panorama. Speranza Ponti era nuda, avvolta in un lenzuolo, e il suo corpo mostrava già alcuni segni di decomposizione. Era anche ricoperta da un materiale usato nelle campagne per dissuadere gli animali selvatici. Nel frattempo gli investigatori lavorare sul movente: accanto alle ipotizzate ragioni economiche, emerge l’ipotesi che l’uomo non fosse più innamorato di lei e stesse con un’altra donna. I parenti della vittima seguiranno l’intera vicenda con l’assistenza dell’avvocato Stefano Carboni.







