I detenuti delle carceri di Oristano-Massama (287 per 265 posti), Cagliari-Uta (598 per 561) e Sassari-Bancali (469 per 454), superano il limite massimo consentito.

A Badu’ e Carros, nel nuorese, i numeri sono in crescita e si avvicinano, con 293 presenze attuali, ai 381 posti disponibili.

“I dati diffusi dalla sezione statistica del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria continuano a presentare una realtà detentiva in sofferenza, soprattutto nelle sedi più grandi. Emblematiche le situazioni nelle case circondariali di Sassari e Cagliari, dove si registra peraltro un’alta percentuale di stranieri (rispettivamente 36 e 26%). Non molto dissimile la condizione dei ristretti nelle case di reclusione di Oristano e Tempio Pausania, anche se in queste realtà il numero degli stranieri è poco significativo”, afferma Elisa Montanari, presidente di Socialismo Diritti Riforme.

“Le presenze numericamente più importanti di stranieri sono come sempre nelle case di reclusione all’aperto. In particolare a Is Arenas (72 su 86), Mamone (137 su 170) e Isili (37 per 77). Registriamo il positivo arrivo a Sassari del nuovo direttore Graziano Pujia a cui facciamo gli auguri di buon lavoro, ma non possiamo dimenticare che i responsabili degli istituti in Sardegna sono solo 5. Permane quindi un forte disagio per gli operatori penitenziari, oltre che per le persone private della libertà, non potendo contare sulla presenza esclusiva e costante del responsabile della struttura. Il problema però non sembra interessare il Ministero che continua a non tenere nella giusta considerazione la realtà dell’isola”, denuncia Montanari.