Prima il container con le mascherine e i Dpi requisito dai Nas di Cagliari: “Resterà tutto in Sardegna”, aveva annunciato il Presidente della Regione Christian Solinas. Due giorni dopo sono partiti per la Liguria, destinazione Genova. In Sardegna di quel materiale ne è rimasto la metà. Ancor prima: le mascherine che non si trovano, poi le villette a schiera all’esterno degli ospedali dove il personale medico potrà riposarsi.
Qualche giorno fa la censura, con divieto di parlare ai giornalisti, ai dipendenti delle Als e dell’Ats e oggi la ciliegina sulla torta con la smentita della Tema Ricerca sull’acquisto di test rapidi alle dichiarazioni dell’Assessore della Sanità, Mario Nieddu. L’aveva anticipata ieri mattina su Facebook fa il Consigliere regionale Progressista Francesco Agus, che si è rivolto all’azienda per acquistare un certo numero di test da donare agli ospedali: “Quattro giorni fa l’Assessore alla Sanità aveva annunciato l’acquisto di migliaia di test rapidi per l’individuazione dei pazienti positivi al virus che sarebbero arrivati in Sardegna entro ‘una decina di giorni’. Una buona notizia, finalmente. Peccato che non fosse vera”., ha scritto Agus.
Oggi la lettera ufficiale dell’Azienda, che sbugiarda Nieddu dopo un balletto di affermazioni roboanti, mezze verità (o il contrario, per chi vuol vederla da un altro punto di vista), marce indietro ridicole: “In conferenza l’Istituto superiore di sanità ha detto che non sono validati, così ci siamo fermati, siamo in una fase interlocutoria. Adesso siamo in contatto con un’altra ditta che è in grado di certificare una validazione migliore”, ha detto all’Unione Sarda.
Secca e affilata come un rasoio, la replica dell’azienda, direttamente dalla Legale rappresentante, Marina Gialloreto: “L’autonoma strategia della Regione Sardegna, che si discosta da molte altre regioni come il Veneto, la Toscana, la Campania, l’Abruzzo o la Basilicata per citarne alcune, rientra nelle legittime scelte dell’Amministrazione Regionale e non è in discussione: tuttavia le modalità con le quali l’Assessore alla Sanità ha giustificato l’inesistenza di un ordine che aveva già comunicato come eseguito è avvenuta mediante il discredito del prodotto commercializzato da Tema Ricerca S.r.l., e tale comportamento non può passare sotto traccia”. In sostanza, siete padroni di fare quello che volete, ma non metteteci in mezzo con le vostre balle.
E voleranno le querele.
Ed al di là del diavoletto che alberga in Viale Trento, che fa le pentole, ma si dimentica sempre dei coperchi, c’è da registrare l’esplosione dell’epidemia nell’intero territorio regionale, una catastrofe senza precedenti destinata a restare begli annali della storia dell’autonomia. Insieme ai nomi di chi la sta gestendo in maniera superficiale e inadeguata. Alla fine, è chiaro, qualcuno dovrà pur pagare. Perché quello che sta succedendo, negli ospedali e nelle segrete stanze di Viale Trento, è semplicemente scandaloso.







