Le detenute della casa circondariale di Uta hanno dato il via a una raccolta fondi di solidarietà nei confronti di medici e operatori sanitari che combattono ormai da settimane contro l’epidemia del Covid-19. L’iniziativa è simile a quella attuata a Venezia Giudecca.

L’idea iniziale è stata di due giovani originarie di un paese dell’Oristanese che hanno fatto partire una raccolta firme, dalla quale poi è scaturita l’adesione dell’intera sezione femminile della Casa Circondariale.

“E’ una piccola azione (la cifra raccolta è modesta, 70 euro, ma ha un enorme valore simbolico, ndr) che, peraltro, denota l’attenzione delle donne detenute verso chi lavora per l’intera comunità locale e regionale, dovendo affrontare condizioni di difficoltà umane e professionali ed esprimendo al contempo la consapevolezza delle oggettive priorità”, ha raccontato Elisa Montanari, presidente dell’Associazione ‘Socialismo Diritti Riforme’.

Marco Porcu, direttore del carcere, ha disposto che il contributo venga immediatamente trasferito all’ospedale ‘Santissima Trinità’, futuro centro specializzato per malati affetti da Coronavirus.

“Il gesto è un segnale importante che evidenzia comprensione e condivisione delle difficoltà che l’intera società sarda e nazionale si trova ad affrontare”, ha sottolineato il direttore.