In merito al prezzo spropositato pagato dalla Regione Sardegna per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale (18,5 milioni di euro per 4 milioni di mascherine da una società calabrese), il gruppo dei progressisti in Consiglio regionale ha chiesto in Commissione sanità di avere il prima possibile tutti gli atti relativi a questa transazione e di audire formalmente la direzione generale della protezione civile, responsabile dell’acquisto. L’audizione è stata programmata per martedì prossimo.

“La Giunta, per ora, – scrive il consigliere Francesco Agus – ha attribuito la grande differenza tra il prezzo di acquisto pagato dall’Aou di Sassari e quello, tre volte superiore, pagato dalla protezione civile regionale, alle “differenze di mercato imputabili al giorno di acquisto”. In pratica: la protezione civile ha acquistato con qualche giorno di anticipo rispetto all’Aou, quando erano presenti sul mercato solo due operatori (uno dei quali pretendeva modalità di pagamento incompatibili con le normative). L’Aou invece ha fatto la sua richiesta con qualche giorno di ritardo, potendo così scegliere tra più fornitori, che nel mentre avevano rifornito le proprie scorte. E riuscendo così a strappare un prezzo migliore”.

“Un po’ come accade al prezzo dei gamberoni al mercato di San Benedetto – scrive ancora Agus su Facebook – che sale nei giorni prima delle feste e scende in quelli successivi. Con l’unica non trascurabile variante che in questo caso si parla di un aumento di costo per le casse pubbliche di oltre 9 milioni di euro. Su certe cifre non è tollerabile la minima opacità e il minimo sospetto di danno per la finanza pubblica”.

“Sarebbe inaccettabile – conclude – se un’emergenza così grave diventasse il pretesto per derogare ai principi fondamentali di trasparenza e di economicità”.