A causa del lockdown c’è stato un crollo delle vendite nel settore vinicolo di circa il 70%, con punte del 100%. Secondo la Coldiretti Sardegna, che ha redatto le stime sui due mesi di chiusura, ci sarà una diminuzione del 65% anche per i prossimi sei mesi. Il report è stato eseguito su un campione significativo di cantine, 52, distribuite uniformemente su tutto il territorio regionale e di dimensioni variabili.
Secondo le aziende, quali sono le possibili soluzioni da adottare? Sicuramente una maggiore richiesta di liquidità, meno burocrazia e conseguente velocità nell’attuazione degli interventi e promozione dei vini nei mercati interni ed esteri.
“Anche in questo momento cosi difficile in cui la viticoltura è messa a dura prova, i vignaioli si dimostrano maturi e lucidi dando uno spaccato della crisi dovuta all’emergenza e proponendo delle soluzioni finalizzate al mercato con aiuti diretti ed indiretti – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – Ciò che chiediamo alla Regione, insieme alle aziende, attraverso il report che abbiamo presentato, è sburocratizzazione e immediatezza nell’attualizzare gli interventi per non vanificare un lavoro importante portato avanti negli ultimi decenni, che grazie agli investimenti e all’innovazione ci hanno consentito di ritagliarci una fetta di mercato, sebbene piccola, di altissima qualità”.
“Alla Regione stiamo presentando un pacchetto di interventi di 8 milioni di euro necessari per non perdere fette importanti di mercato – spiega il presidente Battista Cualbu -, non deprezzare il prodotto e garantire allo stesso tempo le condizioni minime per poter programmare e lavorare nella prossima annata”.