È stato un grosso pacco arenatosi sulla battigia di “Guroneddu”, nel territorio del comune di Gonnesa, nel Sulcis, ad attirare l’attenzione di un poliziotto del Commissariato di Iglesias libero dal servizio. L’agente ha scorto l’involucro evidentemente trascinato lì dalle correnti ed ha allertato i colleghi della Sezione Anticrimine del Commissariato, che lo hanno raggiunto in quel luogo impervio, percorrendo la costa a piedi.

Il pacco, realizzato in tessuto, nylon e nastro adesivo, aveva le sembianze di una valigia, con tanto di manico. Da una lacerazione dalla quale se ne intravedeva l’interno, gli agenti hanno subito intuito la presenza di sostanza stupefacente. Le dimensioni e il peso del pacco hanno reso ancora più difficile il recupero da parte dei poliziotti, che hanno dovuto chiedere l’aiuto di una motovedetta della Guardia costiera dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Carloforte. Una volta giunti negli Uffici del Commissariato di Iglesias ed effettuate le analisi da parte della Polizia Scientifica, si è accertato l’esatto contenuto: 33 kg di hashish, divisi in panetti da circa 100 grammi ciascuno.
Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e sono in corso le indagini sulla provenienza della droga.

Proprio alcuni giorni fa, il 14 giugno scorso, l’equipaggio di una motovedetta della Guardia Costiera di Alghero, ha recuperato un pacco del tutto simile avvistato alla deriva a circa un miglio dalla costa. Si trattava anche in questo caso di un voluminoso pacco, ben sigillato con modalità del tutto simili per evitare eccessive infiltrazioni d’acqua, che conteneva 128 panetti di hashish sigillati, dal peso di circa 315 grammi ognuno per un totale di circa 40 kg di stupefacente.

Potrebbe trattarsi di un carico lasciato alla deriva dai trafficanti che partono dalle coste africane per far giungere l’hashish in Europa, attraverso la Spagna e l’Italia. Si tratta di un sistema ingegnoso e ben collaudato, non di rado scoperto dalle forze di polizia, che permette ai narcotrafficanti di sorvegliare il carico che generalmente viene trainato da una imbarcazione e ‘mollato’, munito una radio-boa con Gps, a poca distanza dalle coste per poi essere recuperato dai destinatari tramite un sistema di geolocalizzazione del tutto simile a quello utilizzato per le reti da pesca vaganti. E’ ipotizzabile anche un naufragio dell’imbarcazione dei trafficanti. La coincidenza del ritrovamento di Gonnesa con quello di alcuni giorni fa ad Alghero, sempre sulla costa occidentale dell’isola, fa presupporre che i due pacchi potrebbero essere parte di uno stesso carico. Sono in corso serrate indagini.