“Il suo, lo dico senza mezzi termini, è un metodo mafioso”. Lo scrive Antonio Muscas, nota figura politica di Villacidro, su un post sul suo profilo Facebook. Le parole sono indirizzate al vicesindaco Giovanni Spano, reo, secondo Muscas, di aver rispolverato alcuni atti intimidatori subiti in passato. Muscas infatti, come racconta all’interno del post, aveva denunciato diverse vicende di atti intimidatori ai carabinieri, tra cui l’intera abitazione messa a soqquadro e una civetta morta, ritrovata adagiata sull’uscio di casa. Un chiaro atto intimidatorio, secondo i carabinieri.

“Non era lì per caso, non era caduta dal cielo o finita col becco contro il muro. Era stata evidentemente adagiata sui gradini da qualcuno. All’inizio non pensammo a niente di particolare. Forse un caso o uno scherzo. Così, per scrupolo chiamammo i carabinieri, e il responso fu di un altro atto intimidatorio. Di più: si trattava di un atto in classico stile mafioso e la civetta aveva un preciso significato. L’episodio si verificò in un periodo in cui fatti del genere ve ne erano stati altri in paese, teste di cavallo mozzate o animali morti lasciati davanti a casa”.

Passato diverso tempo, quella civetta è stata tirata fuori in un post su Facebook dal vicesindaco di Villacidro. “Quanto scritto dal vicesindaco Giovanni Spano che si prende gioco della mia persona, tirando in ballo l’episodio della civetta, è quanto di più vile e disgustoso un rappresentante delle istituzioni possa fare. Il suo, lo dico senza mezzi termini, è un metodo mafioso. Lo stesso metodo denunciato dalla sua sindaca per presunti atti intimidatori subiti e per il quale le è stato riconosciuto il premio Ambrosoli.
E la stessa sindaca, vittima perciò di attentati mafiosi, ha messo il suo “mi piace” al commento del vicesindaco, con tanto di icona con la faccina che si sganascia dalle risate.
Assieme a lei, hanno approvato la prode sparata dell’impavido Spano, anche l’assessora Gessica Pittau, nonché due figli di un altro assessore, la sorella della Pittau e un’altra componente di ciò che si può definire un branco”.

“Il commento del vicesindaco Spano – scrive Muscas – arriva a conclusione di alcuni scambi tra maggioranza e opposizione in merito all’ultimo consiglio comunale. Ma invece di limitarsi a questioni meramente politiche, non avendo evidentemente argomenti da presentare, ha pensato bene di andare sul personale, attaccando giornalisti e il sottoscritto; mettendo in discussione, non esclusivamente la mia persona, ma addirittura fatti dolorosi accaduti a me e alla mia compagna. L’estrema gravità del gesto riguarda il metodo impiegato col chiaro intento diffamatorio, ed è esecrabile, non esclusivamente perché rivolto a me, ma in quanto compiuto da un rappresentante delle istituzioni verso un cittadino nell’esercizio delle sue libertà di espressione e critica. Il vicesindaco Spano non è inoltre nuovo a questi fatti, più volte ha offeso e minacciato chi, per una ragione o per l’altra, ha contestato il suo operato o quello della sua Giunta. La mafia così si muove: prima ancora di minacciare, insulta, scredita, ridicolizza, dileggia l’avversario, al fine di annullarlo, prima ancora che fisicamente, psicologicamente di fronte alla comunità intera”.

“A me la mafia fa schifo – conclude Muscas – fanno schifo i metodi mafiosi e provo uno schifo profondo per le persone che si distinguono in operazioni di tale infimo livello. E non credano il vicesindaco Spano e il suo branco di poter mettere a tacere me o chiunque altro. Le sue parole servono solo a rendere più chiaro che persone come lui non possono amministrare, non possono essere in alcun modo rappresentanti di una comunità. Non solo non hanno la capacità politica, ma oltre ad avere gravi e insormontabili carenze dal punto di vista etico e morale, rappresentano un grave problema di carattere democratico per tutto il territorio. Il commento del vicesindaco e relativi apprezzamenti del branco sono stati fatti sul profilo di un ragazzino di 18 anni, figlio dell’assessore Deidda, che ha l’abitudine di scorrazzare nei profili altrui a scrivere commenti dello stesso tenore che poi spesso, con la stessa rapidità con cui li scrive, rimuove. Come in questo caso, perché il messaggio è stato cancellato”.

Il post cancellato: