Le scuole sarde possono riaprire in tutta sicurezza a settembre. È quanto afferma l’Assessorato regionale dell’istruzione dopo l’ultimo incontro on line tra i protagonisti della ripresa: Ufficio scolastico regionale, Comuni, Regione, presidi, docenti e sindacati.

Le classi che sono in regola sono il 93% del totale. Nella riunione, si è parlato di alcuni dei problemi legati alle lezioni in presenza che si terranno da settembre: rapporto spazi alunni, arrivo delle postazioni singole, organico e trasporti. “Stiamo lavorando ogni ora per assicurare la migliore ripresa possibile – ha detto il direttore generale della scuola sarda Francesco Feliziani rispondendo alle tante domande arrivate soprattutto da docenti e sindacati-. Abbiamo un mese e mezzo di tempo: saremo in grado di tornare a scuola in sicurezza nella misura in cui ognuno di noi farà la sua parte. C’è un bene supremo, l’istruzione che non può comunque essere sacrificato sempre e soltanto sull’altare di un altro elemento, comunque importantissimo, come la massimizzazione della prevenzione. Ora vediamo che ad esempio per i trasporti non ci sono più i limiti di prima. E così è per tante altre realtà. Io penso sarebbe sbagliato considerare la scuola un santuario slegato a quello che accade fuori. Soprattutto se guardiamo all’importanza sociale della scuola e ai benefici, in particolar modo, sugli studenti”.

Le stesse problematiche verranno discusse quando nell’Isola verrà a far visita la viceministra Anna Ascani, attesa il 29 luglio: previsto un incontro proprio con il tavolo regionale della “ripresa”. Se il 93% delle classe può stare tranquilla, il restante 7? “Per il 7% – ha detto Manca (che ha parlato in rappresentanza dell’assessore regionale Andrea Biancareddu) – stiamo cercando delle soluzioni. Penso che da oggi a settembre queste soluzioni si possano trovare”.

I sindacati, in primis la Cgil, non si ritengono soddisfatti. “Questi numeri- ha detto Manuel Usai, rappresentante del settore scuola- significano che al momento quindicimila studenti ancora non sanno dove si potranno sedere quando riprenderà la scuola”. Anche Caterina Cocco, sempre Cgil, ha sollevato dei dubbi: “Sappiamo poco o nulla- ha detto- sull’adeguatezza degli spazi, non abbiamo notizia di un piano trasporti”. Gloria Dessì, Cisl ha formulato una richiesta: “Le famiglie sono state poco coinvolte- ha detto- anche in questa fase dovrebbero essere anche le rappresentanze delle famiglie”. Giuseppe Corrias, Uil,guarda alla questione personale: “Per l’organico- ha detto – siamo ancora in alto mare. Se non si risolve il problema degli Ata e, in questo caso, degli amministrativi, chi chiama i docenti a scuola?”. E Feliziani risponde: “Stiamo aspettando indicazioni dal Ministero sull’ampliamento degli organici di fatto, ma pronti a dare risposte su tutto quello a livello locale che è in nostro potere fare”.