“Le liste d’attesa, dopo lo stress causato dall’emergenza Covid 19 alla tenuta del sistema sanitario nazionale, rappresentano una criticità importante nell’intero territorio nazionale. Nessuna Regione è esente da questa problematica: per affrontare e risolvere una situazione drammatica, resa ancor più difficile dalla pandemia, occorre contemperare la dignità professionale e il trattamento economico adeguato agli operatori sanitari con eventuali limitazioni alle prestazioni in libera professione e con interventi a titolo gratuito da parte dei servizi sanitari privati”.
Questo, in sintesi, l’intervento della deputata del M5S, Mara Lapia, che in un’interpellanza urgente sulle liste d’attesa rivolta alla sottosegretaria della Salute, Sandra Zampa, ha chiesto un intervento del Governo.
Illustrando l’interpellanza – primo firmatario l’onorevole Alberto Zolezzi – la deputata Lapia questa mattina in Aula ha fatto riferimento alla situazione della Sardegna dove, già nel pre pandemia, le liste d’attesa risultavano lunghe. “Drammatiche segnalazioni – ha detto Lapia – arrivano anche dalla mia regione. Come denunciato dal Tribunale del malato per bocca del presidente regionale Salvatore Piu, per esami e visite specialistiche si devono attendere sino due anni”.
Lapia si è riferita ai dati di un’indagine dell’associazione dei pensionati delle Acli, la Fap, che in Sardegna conta circa 10.000 iscritti. “A Sassari – ha dichiarato in aula – la situazione è critica: al 9 marzo, dunque prima del Covid, occorrevano 8 mesi per effettuare una Tac con il contrasto, 7 per una mammografia, 5 per una risonanza. Per le visite specialistiche: 40 giorni per una visita ortopedica, 130 per una neurologica, 77 per una endocrinologica, 81 per una pneumologica. Tempi lunghi già prima dell’emergenza Covid, dunque, che si sono allungati ulteriormente: a questi giorni d’attesa occorre, in media, aggiungerne 100 in più”.
La situazione riguarda l’intera Isola. “Nel poliambulatorio di Siniscola gli utenti si sono visti negare i livelli essenziali di assistenza in oncologia. Tanti pazienti – ha detto – sono costrette a spostarsi alla volta di Nuoro per sottoporsi alle terapie chemioterapiche per via infusionale. Le criticità riguardano tutte le specialità ambulatoriali: sempre nel poliambulatorio di Siniscola manca una media di 15 ore per ambulatorio necessarie per garantire un corretto servizio all’utenza. Analoga situazione che si registra a Nuoro dove, per tutte le visite e gli esami classificati come “non urgenti”, ci sono disagi nelle prenotazioni sia tramite il Cup sia attraverso la Assl di Nuoro. Tra l’altro l’area sociosanitaria nuorese, dallo scorso primo gennaio, non aggiorna il proprio sito istituzionale in materia di liste d’attesa, venendo così meno al principio di trasparenza nei confronti dei cittadini”.
Lapia si è detta soddisfatta dell’apertura del Ministero della salute che, tramite la sua rappresentante, ha dichiarato di voler intervenire con specifiche disposizioni normative per affrontare e risolvere la questione delle liste d’attesa anche attraverso lo stanziamento di ulteriori risorse. “Il nostro suggerimento al Ministero – ha concluso – è stato quello di valutare la possibilità di utilizzare i servizi privati gratuitamente come è successo per i posti letto durante la fase più acuta dell’emergenza”.