“La Ichnusa Wind Power s.r.l., società energetica milanese ha presentato un progetto per la realizzazione di una centrale eolica offshore, con 42 ‘torri eoliche’ altre 265 metri, su una superficie marina di 49 mila metri quadri, a circa 35 chilometri dalla costa dell’Isola di San Pietro. La potenza prevista è di 12 MW ciascuna per complessivi 504 MW”. Lo denuncia il Gruppo di intervento giuridico, che, in una nota stampa, scrive: “a chi servirebbe un così rilevante quantitativo di energia?”.
“La durata prevista della centrale eolica sarebbe di 30 anni e il cavidotto di collegamento dovrebbe approdare sulla terraferma a Portoscuso. Al momento il progetto è stato presentato al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare per la fase di scoping (verifica preliminare), che precede la predisposizione dello studio di impatto ambientale finalizzato alla procedura di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.). In parole povere, il progetto è ancora in alto mare, sebbene sia già da verificare con estrema attenzione”, sottolineano dall’Associazione.
Attualmente, secondo i dati del piano energetico ambientale regionale, in Sardegna il 78% delle fonti di produzione elettrica è di tipo termoelettrico (di cui 42% carbone; 49% derivati dal petrolio; 9% biomasse), 11% eolico, 5% bioenergie, 5% fotovoltaico, 1% idroelettrico. “Tuttavia -. aggiunge il Grig – oltre il 46% dell’energia prodotta non serve all’Isola e viene esportato. Quindi, allo stato, o tale energia andrebbe a sostituire le fonti fossili più inquinanti (petrolio e derivati, carbone) oppure non avrebbe alcun senso, sarebbe semplicemente dannosa al contesto socio-economico locale (pesca, turismo)”.
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