https://www.youtube.com/watch?v=MBgRjRoNXcM
Il Fronte di liberazione nazionale corso (Flnc) torna a sparare e lo fa per rivendicare un’attentato contro la gendarmeria di Montesoro a Bastia.
Era dal 2014 che in Corsica si era arrivato alla cessazione della lotta armata, ma lo scorso 14 luglio scorso un commando composto da quattro persone armate e coperte dai passamontagna è intervenuto durante una riunione a Casabianca in Corsica, sul ripristino della “Cunsulta populara naziunale” (un organo di rappresentanza locale parallelo alle istituzioni nazionali francesi).
I 4 hanno prima letto un proclama, in lingua corsa, rivendicando gli spari contro “la gendarmeria di Montesoro a Bastia”. “Noi, patrioti corsi, abbiamo deciso di unirci per ricostituire il Flnc sulla base del suo manifesto storico del 5 maggio 1976“.
Gli esponenti del Fnlc hanno reso omaggio “ai combattenti che hanno combattuto per due secoli per difendere la nazione” chiedendo a Parigi “di attuare un vero processo di riconoscimento del popolo corso e di decolonizzazione”. Alla fine della lettura del proclama sono stati esplosi in aria quattro colpi di pistola, seguiti dagli “Evviva!” e dagli applausi dei presenti all’incontro.
Ma sulla nascita di una nuova costola dell’Flnc se ne parla da oltre in anno e cioè da quanto il quotidiano Corse Matin ha annunciato sul suo sito web di essere stato invitato a una conferenza stampa clandestina alla presenza di cinque persone svolta il 30 settembre 2019 nelle alture della Castagniccia in Alta Corsica.
“Noi patrioti corsi abbiamo deciso di unirci per ricostituire il FLNC”, scrive il gruppo nel suo nuovo manifesto che si ispira a quello del 5 maggio 1976.
Il divieto di acquisti immobiliari per non corsi, corsizzazione dei posti di lavoro, limitazione del turismo e dei supermercati, creazione di una compagnia marittima corsa, apprendimento obbligatorio della lingua corsa, atteggiamento nei confronti della maggioranza territoriale e delle altre forze politiche e “modalità di intervento” sono i nove punti chiave elencati nel comunicato “divieti e raccomandazioni” per “salvare il popolo corso”.
Inoltre sempre il Flnc aveva rivendicato lunedì 23 dicembre 2019 un attentato dinamitardo avvenuto il venerdì precedente con delle bombole di gas che ha danneggiato una villa dell’imprenditore Pierre Ferracci all’estremità meridionale di l’isola.
Nel documento di due pagine, il gruppo afferma di avere un “desiderio di placare” e aspirare alla “pace”, ma denuncia “l’estensione esponenziale della costruzione” di immobili sull’isola.
L’attacco di venerdì 17, che non ha lasciato vittime, ha preso di mira due ville corse dell’imprenditore Pierre Ferracci, al centro di una disputa legale per averle costruite con una licenza edilizia contestata in tribunale in un sito protetto.
L’imprenditore, presidente del Paris Football Club e noto per essere vicino al presidente della Repubblica Emmanuel Macron, è stato condannato in appello, a luglio 2017, a una multa di un milione di euro per la costruzione di queste ville con un permesso contestato.
“La pace che vogliamo e che promuoviamo dal 2016 non è la pace dei cimiteri delle popolazioni scomparse (…) Non abbiamo firmato un assegno in bianco per la Francia ”, ha scritto il gruppo.