“Sono molto arrabbiato”. Inizia così lo sfogo di un medico sardo che denuncia la situazione sanitaria nell’Isola che si è venuta a creare a causa della pandemia.

“Quando una paziente di 20 anni alla quale è stata appena diagnosticata la sclerosi multipla, che necessita di cure immediate, non può accedere al centro del Binaghi, chiuso per COVID, e non riesce a mettersi in contatto telefonicamente o per email, perché nessuno risponde; quando un’altra paziente ha una diarrea da oltre un mese e viene abbandonata dai vari reparti ospedalieri perché devono occuparsi solo di COVID, e lei, nel frattempo, oltre che soffrire, sta sviluppando un’insufficienza renale severa da disidratazione, con tutti i problemi connessi; quando altri pazienti, in attesa da mesi, non possono essere operati perché le chirurgie e le ortopedie assistono solo i malati COVID; quando i tempi per una visita cardiologica, oncologica, pneumologica si allungano ulteriormente rispetto a prima; quando mi devo confrontare quotidianamente con queste e altre brutalità commesse da servizio sanitario nazionale, avrei voglia di andare dal nostro presidente del consiglio, dal ministro della salute, dal presidente della Regione e dall’assessore alla sanità e prenderli tutti a calci nel sedere”.

“Il COVID esiste e va affrontato con serietà – prosegue lo sfogo del medico – ma non è tollerabile che per tutelare un piccolo numero di persone ammalate a causa del noto Coronavirus, si debbano lasciare soffrire e, spesso, morire, un numero enormemente più elevato di pazienti che meritano la stessa attenzione e le stesse amorevoli cure che uno Stato serio, governato da persone serie, dovrebbe garantire a tutti i cittadini”.