All’aeroporto di Olbia il sindacato Usb (Unione sindacale di base) ha dichiarato giornata di mobilitazione nazionale per salvare il settore del trasporto aereo dalla crisi causata dal Covid. Ma non solo.
Olbia infatti sta pagando a caro prezzo la dissoluzione di Air Italy, la compagnia in liquidazione in bonis da febbraio con oltre mille dipendenti in cassa integrazione e una procedura di licenziamento collettivo congelata dalla pandemia. Il sindacato continua a fare pressing al Governo affinché venga messo in atto un piano di protezione dei lavoratori per i prossimi 24 mesi, in modo da salvaguardare le buste paga del trasporto aereo. “Questa è una prima giornata di mobilitazione per ricordare che i lavoratori di Air Italy non devono essere dimenticati – dichiara Omar Trudu, della Rsu dell’Usb nell’ex Meridiana – Oggi lo Stato interviene in Alitalia facendo nascere il nuovo vettore nazionale e finanziando il progetto con tre miliardi di risorse pubbliche. Noi pensiamo che i lavoratori Air Italy debbano essere ricompresi in questo piano, se necessario anche attraverso la creazione di un vettore regionale. Per questo è necessario che la Regione Sardegna e la Regione Lombardia lavorino per la tutela dei 1.500 lavoratori”.
La proposta su scala nazionale dell’Usb si basa su 8 punti che toccano due livelli di intervento: un piano di protezione dei lavoratori diretti e dell’indotto che passa attraverso il blocco dei licenziamenti fino a fine emergenza sanitaria, la copertura di ammortizzatori sociali adeguati e la moratoria su appalti, trasferimenti e dumping contrattuale; e un piano di interventi pubblici mirato a creare subito le condizioni di rilancio del mercato sia sul versante degli investiment che su quello della riforma del trasporto aereo con la privatizzazione di Enac e Enav.