Certe ferite non si rimarginano.
Non sono bastati sette anni a cicatrizzare il dolore di chi ha perso, durante il passaggio del Ciclone Cleopatra, i propri cari, la casa, l’attività. Accadde il 18 novembre 2013 e Olbia fu l’epicentro della furia del ciclone. Famiglie spazzate via, quartieri cancellati, strade e ponti crollati. In tutto, persero la vita 19 persone. Alla vigilia di quel tragico anniversario, il ricordo non può che andare alle vittime.
Furono 13 in Gallura: Morgana Giagoni, di appena 22 mesi, e la madre 42enne Patrizia Corona; Francesco Mazzoccu, di 37 anni e il figlio Enrico di 3anni; Anna Ragnedda, 83 anni, e Maria Massa, di 88. Arzachena piange ancora Isael Passoni, Cleide Mara Rodriguez, Weriston Isael Passoni e Leine Kellen Passoni: un’intera famiglia morta nello scantinato allagato di una villetta dove vivevano. Quando crollò la provinciale 38, a Monte Pino, rimasero uccisi Bruno Fiore, la moglie Sebastiana Brundu e la consuocera Maria Loriga.
Ma la violenza di Cleopatra non si fermò solo in quella zona e l’elenco dei morti si allunga: Maria Frigiolini, 80 anni di Torpè; il poliziotto Luca Tanzi, 40 anni di Nuoro; Vannina Figus, 64 anni di Uras; Giovanni Farre, di 61 di Bitti (mai ritrovato); Luisa Pisanu, 42 anni di Guasila. E poi c’è anche Pasqualino Contu di Orosei: la sua azienda andò distrutta e lui per disperazione si tolse la vita. Si calcolarono danni per 660 milioni di euro, oltre a quelli necessari per mettere l’Isola al sicuro. Nonostante il tempo passato, il Piano di messa in sicurezza della città di Olbia è ancora al centro delle controversie politiche. Centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle si sono attaccati a mezzo stampa. “Piano Mancini” o no? Dopo anni di muro contro muro, Regione e Comune cercano faticosamente di accordarsi e recuperare il tempo perduto, chiudendo almeno uno dei conti aperti da sette anni. L’altro conto, con la giustizia, è ancora aperto. Una settimana fa la Corte d’Appello di Sassari ha riaperto l’istruttoria sui disastri di Olbia. Il 16 dicembre il collegio presieduto dalla giudice Plinia Azzena affiderà una perizia tecnica su quanto accaduto in città.
In primo grado l’allora sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, e i dirigenti comunali Antonello Zanda, Gabriella Palermo e Giuseppe Budroni furono assolti dall’accusa di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Accogliendo le richieste di Procura generale e parti civili, i giudici riascolteranno nove testimoni. Tra gli altri processi non ancora arrivati a sentenza, c’è quello che riguarda il crollo di Monte Pino. Nel frattempo la strada è diventata un monumento alle incompiute e ai paradossi di tutta questa vicenda. La Procura di Tempio Pausania ha messo sotto sequestro il cantiere: a inizio maggio una parte della costruzione era crollata. Proprio come sette anni fa.