Un gruppo di pacifisti sardi, composto da Donne Ambiente Sardegna e Sardegna Pulita, insieme a don Angelo Pittau, con Wilpf Italia – Women’s International League for Peace and Freedom, hanno consegnato a Roma al ministero dello Sviluppo economico il progetto di riconversione della fabbrica di bombe di Domusnovas in un caseificio.

Il prossimo incontro annunciato dagli antimilitaristi si svolgerà mercoledì con la presenza della sottosegretaria al Mise Alessandra Todde. Grazie al Recovery Plan, il progetto potrebbe riconvertire la fabbrica in una industria agroalimentare con i lavoratori attualmente impiegati nell’azienda tedesca. “Noi chiediamo il rispetto della legge sul divieto di vendita di bombe ai Paesi in guerra – ha detto l’attivista Angelo Cremone al megafono – E chiediamo che lo stabilimento di Domusnovas produca formaggio con il latte sardo. Aiutando i pastori: c’è stato un ministro che ha detto che avrebbe risolto il problema del prezzo del latte: i pastori stanno ancora aspettando”.

“Vogliamo un cambiamento di pace con una riconversione economica e ecologica. Perché in Sardegna – ha poi spiegato don Pittau – non vogliamo più cassa integrazione come per decenni è successo all’industria chimica, ma progetti e lavoro”. Una lettera garbata e argomentata. “Avanzare questa proposta – si legge nel documento indirizzato al ministro – è per noi occasione per dimostrare ancora una volta che il pacifismo non è solo un manifestare contro un modello di sviluppo insensibile ai diritti umani ma anche una concreta capacità di proporre soluzioni alternative”. In Sardegna si allevano circa 3,5 milioni di capi ovini e circa 500.000 capi caprini. L’obiettivo del progetto è quello di creare un centro caseario regionale così da svincolare il prezzo del latte ovino da quello del Pecorino Romano, diversificando l’offerta con altri prodotti. C’è un obiettivo ancora più ambizioso: finanziare un analogo impianto nel martoriato Yemen.

Leggi qui la proposta delle associazioni antimilitariste:

Fabbrica bombe in Sardegna, proposta antimilitaristi per realizzare un Centro Caseario regionale