“Ma i tamponi rapidi, quelli necessari a testare in breve tempo l’intera popolazione dell’isola su cui si baserebbe il “piano Crisanti”, sono già stati acquistati?” Se lo chiede Francesco Agus, consigliere regionale in quota Progressisti, “perché, giusto ieri, il commissario dell’ATS ha fatto sapere che “c’è un accordo quadro” ma che occorre ancora “verificare prezzi e garanzie degli eventuali fornitori” e che per ora “non si può dire come e quando si partirà con lo screening”.
“Una tesi molto diversa – scrive Agus – rispetto a quanto detto dalla Giunta appena quattro giorni fa, quando in un comunicato si è parlato invece di “un acquisto già avvenuto di 1 milione e 100 mila test antigenici rapidi orofaringei con l’opzione di un altro milione, mediante gara Invitalia” e di consegne entro questa settimana. Se davvero non si fosse compiuto ancora alcun acquisto, nel breve periodo gli unici tamponi rapidi su cui potremmo contare per lo screening sarebbero i 200mila promessi dalla protezione civile nazionale visto che la Sardegna, al contrario di altre sette regioni, nel mese di settembre non ha ritenuto di dover partecipare al maxiappalto per l’acquisto dei dispositivi guidato dalla regione Veneto”.
“Si tratta – scrive ancora il consigliere di opposizione – non lo so ma lo immagino, di prodotti difficilmente reperibili nel mercato in grandi quantità per cui è lecito temere che il muoversi tardi possa portare ai problemi già visti nel mese di marzo per le mascherine o poche settimane fa per i vaccini antinfluenzali: prezzi alti e quantità scarse. Uno screening capillare della popolazione è senz’altro utile. Allo stesso modo è indispensabile dotare la regione di un vero Comitato Scientifico, purché sia gestito e consultato in maniera meno opaca rispetto al precedente. Per questo è indispensabile un chiarimento da parte della Giunta regionale: su temi come questo è bene evitare l’”annuncite”, malattia per cui ancora non esiste vaccino, la confusione e la circolazione di informazioni contrastanti da parte dei diversi attori impegnati nella gestione dell’emergenza”.
“Ne va – conclude – della fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni”.