È di sabato 9 gennaio la notizia che vede la Regione Sardegna, dietro richiesta della Lega, concedere ai cacciatori il permesso di spostarsi anche fuori dal proprio comune per svolgere attività venatoria. Una decisione che ha sollevato qualche critica.

“In piena emergenza sanitaria, mentre si chiede a tutte le comunità uno sforzo sovrumano per limitare la diffusione del contagio da Covid-19”, lamenta la consigliera comunale Francesca Mulas in quota Progressisti “il presidente della Regione Sardegna su richiesta della Lega pensa ai cacciatori. L’ordinanza n. 2 ‘Disposizioni in materia di controllo faunistico e attività venatoria’ consente gli spostamenti al di fuori del proprio Comune per andare a caccia fino al 15 gennaio. Quindi scordatevi gite, trekking e passeggiate fuori dal vostro Comune, e se avete parenti e amici che abitano a Cagliari non potete andarci. Però se vi armate di fucile allora avete libertà di movimento”.

Ma la decisione presa dalla Giunta regionale sarda non sembra essere l’unica in Italia. “Lo hanno fatto anche le regioni Abruzzo, Toscana e Lombardia” fa sapere Mulas. “Contro di loro si sono già mossi Lav, WWF, Enpa e Lipu che hanno chiesto al presidente del Consiglio e ai Ministri di impugnare le ordinanze, che sarebbero in contrasto con le misure governative e illegittime in quanto le Regioni non possono derogare alle disposizioni nazionali a tutela della salute pubblica”.

“Il problema non riguarda solo gli animali e la fauna – prosegue – nel 2019 in Italia hanno perso la vita 27 persone e 67 sono state ferite (dal report dell’associazione Vittime della Caccia). Gli incidenti di caccia sono ovviamente a carico del sistema sanitario nazionale, e in un momento di emergenza sanitaria come questo è davvero vergognoso che si pensi a ulteriori deroghe per le uscite dei cacciatori”, conclude la consigliera.