La vittima costrinse i banditi ad abbandonare l’auto sulla quale hanno lasciato tracce di Dna Fu un efferato tentativo si rapina, che poteva finire nel sangue quella avvenuta a Serramanna (Su) la notte del 10 febbraio 2019. Quella notte, intorno all’una meno venti alcuni individui con il volto parzialmente travisato con cappello e sciarpa, con casacche di colore giallo con la scritta “Polizia” hanno suonato il campanello della villetta di Roberto Pillittu, che abita in località “Su Campu e s’Egua “nelle campagne di Serramanna.

Non ottenendo risposta, vista l’assenza della famiglia che era fuori casa per il battesimo del figlio neonato, hanno insistito per altre cinque volte, decidendo poi di attendere le vittime. Intorno all’una e un quarto, Roberto PIllittu e la moglie Stefania Sebis, insieme al neonato sono rientrati a casa con la loro macchina, dove, dopo aver varcato il cancello di ingresso e percorso il vialetto che conduce alla villetta, sono stati affrontati dai malviventi. Avendo compreso trattarsi di banditi Roberto Pillittu, disinteressandosi dei familiari e ritenendo di essere solo lui l’obiettivo dell’azione criminale, ha tentato di rientrare in macchina con l’intento di scappare.

La mossa però è stata bloccata dai rapinatori e ne è scaturita una violenta colluttazione, a seguito della quale, Pillittu, nonostante ferito da ripetuti colpi sferrati, a suo dire, con il calcio di una pistola impugnata da uno degli aggressori, è riuscito a divincolarsi e poi raggiungere, con una rapida corsa, il vicino deposito di macchine agricole della sua azienda. Il 36enne proprietario di casa, montato su un trattore, si era quindi diretto verso i campi vicini, dove la Fiat Panda degli aggressori non avrebbe potuto raggiungerlo. Si era infine immesso su uno sterrato allo scopo di velocizzare la marcia diretta alla ricerca di soccorsi, quando si era visto raggiungere dai banditi.

Dal momento che spesso la miglior difesa è l’attacco, Pillittu scelse di compiere una manovra pericolosa. Innestò la retromarcia e si scagliò con il trattore contro la Panda abbattendola e rendendola non marciante con un colpo della benna agganciata al trattore. Tale manovra avrebbe potuto anche essere letale per gli inseguitori che, vista la mala parata, si erano dati alla fuga a piedi per la campagna. Pillittu riuscì ad avvisare i Carabinieri di Serramanna che giunsero sul posto e, fra le altre operazioni preliminari che debbono essere svolte in queste circostanze, hanno sequestrato la Panda e l’hanno fatta trasportare nellla sede del Ris dei Carabinieri di Cagliari.

Infatti, Spaventati dalla reazione della vittima e dal rischio corso, i quattro rapinatori avevano abbandonato sull’auto una serie di oggetti, sui quali i tecnici del reparto speciale dell’Arma hanno potuto effettuare una serie di indagini biologiche e dattiloscopiche, tali da raggiungere un ottimo risultato. Gli operatori scientifici, all’esito dell’indagine svolta, hanno identificato il principale esecutore della rapina. I positivi riscontri sono stati ottenuti oltre che con indagini tradizionali, grazie alle determinanti risultanze analitiche dei rilievi svolti dal Ris sull’auto dei rapinatori, cui sono susseguiti approfonditi esami che hanno permesso di isolare su un reperto il profilo genetico di Ananio Manca, 36enne di Torpeè (Nu).

Su tali gravi e precisi indizi di colpevolezza, la Procura di Cagliari ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’uomo. Stamattina alle prime luci dell’alba a Posada, Torpé e Nuoro, i carabinieri della Compagnia di Sanluri insieme ai colleghi della Compagnia di Siniscola, hanno eseguito il provvedimento e ad alcuni decreti di perquisizione, con l’ausilio dei Carabinieri della Squadriglia di Monte Pizzinnu e di una squadra operativa, 2 unità cinofile (antidroga e antiesplosivo) dello Squadrone Elitrasportato CC Cacciatori di Abbasanta. Hanno rintracciato e catturato Ananio Manca, 36enne, nato a Nuoro ma residente a Torpé, celibe, nullafacente, al quale sono state perquisite due abitazioni di cui dispone nel corso delle quali sono stati trovati 6.600 euro in contanti, 5 artifizi esplosivi contenenti 300 grammi di polvere da sparo, 4 cartucce per fucile calibro 12, materiale tecnologico vario, 2 radio portatili e indumenti vari utili alla prosecuzione degli accertamenti. Le indagini proseguono per identificare gli altri tre complici.