“Mentre a Roma anche la Lega si scopre europeista convinta vista l’importanza dei 209 miliardi del Recovery Fund, in Sardegna sui progetti da inserire nel Piano di ripresa per l’Europa si è levata una coltre di fumo così fitta che non se ne può neppure discutere. Ad alzarla è il presidente sardoleghista della Regione, secondo lo schema a lui caro di una serie di annunci buoni per la propaganda ma senza nessun seguito. Il primo a inizio dicembre, con i fantomatici 206 progetti presentati per un valore di 7 miliardi. Nel secondo, appena qualche giorno fa, si parlava di 3 o 4 grandi progetti su cui concentrare le risorse. Tutto sempre seguito dall’invito alla collaborazione e al confronto positivo tra le forze politiche e le parti sociali isolane”, è l’accusa lanciata, attraverso un post su Facebook, dal consigliere regionale dei Progressisti, Massimo Zedda.

“Fumo, appunto. Perché, nel frattempo, dalla sua maggioranza arriva il no secco all’iscrizione all’ordine del giorno della discussione in Consiglio regionale della mozione che come centrosinistra abbiamo depositato proprio per chiedere al presidente di avviare la discussione sul tema fondamentale per la ripresa post Covid e per lo sviluppo dei prossimi anni della Sardegna – prosegue Zedda – le risorse, infatti, arriveranno nell’isola a fronte della presentazione di progetti precisi, realizzabili, sostenibili, condivisi e in linea con le tematiche messe in campo dall’Europa: ambiente, conversione energetica, inclusione sociale, lavoro, innovazione tecnologica, giovani, istruzione, ricerca, conoscenza e mobilità sostenibile. Senza questi, la Sardegna rischia di ritrovarsi ultima ruota del carro e la responsabilità sarebbe tutta in capo alla Regione. Sino a qualche settimana fa la questione era urgente, oggi diventa impellente. Il nuovo Governo avrà come obiettivo principale proprio il Recovery Fund e non possiamo permetterci nessun passo falso”.

“La preoccupazione – conclude il consigliere dei Progressisti – vista la ritrosia della maggioranza di centrodestra anche solo ad avviare la discussione in Consiglio regionale, è che quei progetti tanto sbandierati non rispondano ai requisiti richiesti e quindi siano inutili. Il timore è che non esistano, visto che il presidente è decisamente più concentrato sulla moltiplicazione delle poltrone negli enti locali, negli staff della presidenza e degli assessorati”.