Dopo oltre sei anni dall’apertura, volge al termine il processo nel tribunale di Lanusei per i cosiddetti “veleni di Quirra”. Oggi sono stati sentiti gli ultimi testi del dibattimento, chiamati dalla difesa degli otto comandanti dell’Esercito alla sbarra, che hanno guidato il poligono militare di Perdasdefogu dal 2004 al 2010.
Si tratta di Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni e Carlo Landi, Paolo Ricci, Gianfranco Fois e Francesco Fulvio Ragazzon, tutti accusati di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri perché non avrebbero interdetto al pubblico le zone militari. A parlare per ore davanti alla giudice monocratica Nicole Serra, sono stati il professor Pierluigi Cocco, docente di Medicina del lavoro dell’Università di Cagliari e il collega ordinario di Medicina Legale dello stesso ateneo Ernesto D’Aloia.
I due esperti hanno smontato il nesso di casualità tra i numeri delle patologie tumorali nel territorio e le attività del poligono, temi sui quali il Pm Biagio Mazzeo e le parti civili hanno costruito il castello accusatorio contro i comandanti.
La prossima udienza è stata fissata per il 7 aprile, quando le parti depositeranno i loro documenti. In quella data la giudice fisserà il calendario per le discussioni fino alla sentenza. Un processo che si è dilatato enormemente nel tempo e che ha conosciuto lunghi periodo di sospensione. A dicembre del 2014, due mesi dopo l’apertura, il processo era stato sospeso per due anni per una questione preliminare sollevata dalla Regione (voleva costituirsi parte civile per danni ambientali) e finita davanti alla Corte Costituzionale.
La decisione della Corte, che aveva dato torto all’amministrazione regionale, è arrivata solo due anni più tardi, facendo slittare l’inizio del dibattimento ai primi mesi del 2017. Negli anni ci sono state altre interruzioni fino al 2020 quando anche a causa del covid sono state rimandate le udienze.