Sospensione dei vaccini AstraZeneca, Sardegna in zona bianca ma con casi di positività che aumentano e gli spostamenti verso le seconde case concessi dal Governo centrale. Sono questi i punti che Francesco Agus, consigliere regionale tra i banchi dei Progressisti, ha analizzato in un post sui social.

“L’effetto della sospensione decisa dall’Aifa, dal punto di vista comunicativo non sarà recuperabile” si legge nella nota. “Giovedì, quando con tutta probabilità verrà autorizzata la ripresa delle somministrazioni, buona parte della popolazione vedrà il vaccino peggio dell’olio di palma (e per lo stesso motivo)”.

La Sardegna in zona bianca sui quotidiani nazionali, scrive Agus, è descritta “in maniera pittoresca e ridicola”. Per il consigliere, infatti, “è solo una situazione di emergenza con i ristoranti aperti. L’epidemia è in corso anche nell’isola, seppur con numeri meno preoccupanti. Ma ancora non è finita”. Infatti, “negli ultimi giorni abbiamo avuto sempre dai 70 ai 100 positivi. A 120 casi al giorno scatta la zona gialla, sempre che esista ancora. Ci sono 27 ricoverati in terapia intensiva. A 51 (il 30% dei 172 posti a disposizione) scatta la zona arancione. Aprire le gabbie ora è una follia”.

Tasto dolente, gli spostamenti verso le seconde case. “La Sardegna ha deciso, probabilmente senza essersene resa conto, di uscire dalla zona bianca. I presidenti delle Regioni Val d’Aosta e Campania hanno protestato con forza contro gli ingressi dalle zone rosse per i proprietari di seconde case. La Sardegna, inspiegabilmente, no” lamenta Francesco Agus. “Se appena il 5% dei proprietari di seconde case decidesse di raggiungere l’Isola con la propria famiglia in pochi giorni sbarcherebbero in Sardegna oltre 20mila persone. Che si uniranno ai pendolari e agli emigrati che verosimilmente torneranno a casa per le vacanze. Numeri che renderebbero impossibile qualunque controllo e qualunque protocollo per l’isolamento dei soggetti positivi (che comunque ad oggi non esiste ancora)”.

E infine, prosegue l’esponente dei Progressisti, “sono ancora in vigore le leggi che dispongono il divieto al transito tra regioni salvo i motivi di comprovata necessità. La Faq pubblicata nel sito del Governo sta di fatto derogando, e non fornendo un’interpretazione, a una legge. La Regione ha senza dubbio la possibilità di intervenire con ordinanza come già fatto dalla Val d’Aosta: in assenza di un supporto fattivo nell’esecuzione dei controlli negli aeroporti di partenza e nel tracciamento di tutti i viaggiatori si sfrutti questa possibilità prima che sia troppo tardi”, conclude.