Stomizzati, il Consiglio Regionale della Sardegna pronto a discutere una legge che li tuteli

L’Associazione Italiana Stomizzati apre una sede anche in Sardegna e da oggi chiunque soffra di  questo male può contattare l’associazione per supporto e rete.

L’Associazione è membro dell’European Ostomy Association (E.O.A.) e dell’International Ostomy Association (I.O.A.), aderisce alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e all’European Cancer Patients Coalition (ECPC) e fondatrice della F.A.V.O. (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia). Aderire alla F.A.V.O. significa essere in sinergia con le altre Associazioni dei malati oncologici e rispettare un codice deontologico sui finanziamenti

“Da quando siamo nati – spiega Lorena Porceddu – abbiamo aperto una trattativa con il Consiglio Regionale per presentare una proposta di legge per tutele i malati stomizzati.

La proposta è stata firmata da Cossa e Comandini ed arriverà in Consiglio Regionale entro le prossime settimane:

“Ogni Stato dovrebbe perseguire obiettivi di equità, di uguaglianza e di inclusione sociale, soprattutto a sostegno delle fasce più vulnerabili della popolazione, quali le persone con disabilità più o meno gravi, e adottare tutte le misure legislative, amministrative e di altra natura necessarie a dare piena attuazione a quei princìpi fondamentali, che – sanciti anche a livello internazionale – sono strettamente connessi alla tutela non solo della salute fisica, ma anche della complessa sfera sociale e relazionale: il rispetto per la dignità umana, l’autonomia e l’indipendenza individuale, la non discriminazione, la piena ed effettiva partecipazione alla vita sociale (articolo 3 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia ai sensi della legge 3 marzo 2009, n. 18)”, inzia così il testo depositato in aula.

“La presente proposta di legge, ispirandosi proprio a tali princìpi, disciplina le tipologie, i criteri e le modalità degli interventi che la Regione, nel rispetto delle competenze statali, riconosce e promuove in favore dei soggetti incontinenti urinari, fecali e stomizzati, al fine di favorire lo sviluppo di un sistema integrato agevolando interventi preventivi, nonché la cura e la riabilitazione e rieducazione, che sia efficace, equo, uniforme e liberamente accessibile, sull’intero territorio regionale. L’obiettivo principale è quello di garantire a tali persone, seriamente compromesse nella loro integrità psico-fisica, una migliore qualità della vita, anche attraverso il pieno riconoscimento e la concreta salvaguardia del diritto alla libera scelta, a una mobilità agevole, al libero accesso, anche in regime di gratuità, ai necessari dispositivi medici e presìdi medico-chirugici, nonché alle cure più adeguate ed efficaci e ai servizi di assistenza e riabilitazione specialistica, anche domiciliare. Essere stomizzati significa vivere, superata la fase post chirurgica e riabilitativa, con appositi dispositivi medici quali sacche adesive per la raccolta di feci o di urine”.

“Le stomie si suddividono in: colo, ileo ed uro, e gli stomizzati sardi sono stimati in 1.600 e la loro vita non è facile sotto ogni aspetto sociale: professionale, sportivo, sessuale (disfunzione erettile ed eiaculazione retrograda negli uomini, necessità d’inseminazione artificiale per le donne in età fertile, etc.)”.