La Sardegna è entrata ufficialmente in “zona arancione”, salutando, alle 23:30 di domenica 21 marzo, la fascia bianca che potrebbe non rivedere sino al 12 aprile, ma solo se i numeri della curva pandemica dovessero mantenersi bassi. Purtroppo, proprio nell’ultimo giorno di “libertà”, si è registrata un’impennata dei contagi con 176 nuovi casi, dei quali circa 100 sono nella città metropolitana di Cagliari dove era in corso lo screening di massa che ha coinvolto 19 comuni del sud dell’Isola con 26.116 test eseguiti nelle 32 sedi operative.
Da lunedì 22 marzo sono vietati gli spostamenti tra Comuni – tranne che per i residenti nei centri con meno di 5mila abitanti in un raggio di 30 km dal paese – se non per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Coprifuoco dalle 22 e stop ai bar alle 18, mentre i ristoranti richiudono con possibilità di effettuare l’asporto. Regole che vengono inasprite in 4 comuni sardi. Se infatti a Sarroch (Città metropolitana di Cagliari) e Sindia (Nuoro) le misure più restrittive erano già state adottate mentre tutta la Regione era in zona bianca e dureranno sino a fine marzo (Sindia sino al 30, Sarroch sino al 31), ora altre due comunità virano verso la zona rossa a causa dell’aumento dei contagi. Si tratta di Golfo Aranci, in Gallura, in lockdown sino al 3 aprile, e di Samugheo, nell’Oristanese, sino a domenica 28 marzo. Vietati gli spostamenti da e per i due comuni, chiusi bar, pub, ristoranti e pizzerie, se non per asporto, saracinesche abbassate anche per le attività di servizi alla persona e stop alle lezioni nelle classi e chiusi gli uffici pubblici.
Inoltre il sindaco di Golfo Aranci Mario Mulas ha vietato l’apertura di tutte le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, ma ha lasciato l’opportunità di svolgere individualmente attività motoria e sportiva esclusivamente all’aperto, mentre il primo cittadino di Samugheo, Basilio Patta, ha disposto non solo la “limitazione delle visite a parenti e affini ai casi di effettiva necessità ma anche la sospensione delle attività sportive amatoriali all’interno del territorio comunale.