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"Sono stato accusato di essere il difensore di Abbanoa, ma io sono quello che ha portato in giudizio Abbanoa per costringerla a rispettare il contratto col Comune e sono io, e non i promotori del referendum, quello che è stato denunciato da Abbanoa con un ricorso al Capo dello Stato". All'indomani del referendum contro il gestore unico del servizio idrico in Sardegna, da lui giudicato inutile e dispendioso, il sindaco di Oristano mette i puntini sulle i e si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa tenuta stamattina in Sala Giunta.

"Abbanoa mi accusa per il mio ruolo di rappresentante del Consiglio delle autonomie locali all'interno dell'Egas sostenendo che in quella veste ho posto in essere azioni contrarie all'interesse dell'azionista", ha spiegato Tendas ricordando che la Giunta Nonnis della quale facevano parte molti componenti del Comitato che ha promosso il referendum aveva ceduto la gestione del servizio idrico ad Abbanoa, ma aveva scelto di non diventarne azionista. "Se ne fossi azionista, sarei molto più forte nei confronti di Abbanoa", ha spiegato ancora Tendas ricordando che l'amministrazione comunale vanta nei confronti del gestore unico un credito di almeno quattro milioni e mezzo di euro e che la causa promossa davanti al Tribunale civile di Oristano purtroppo cammina a passo di lumaca e che il giudice titolare è già cambiato tre volte.

Tornando al referendum, invalidato per il mancato raggiungimento del quorum, Tendas ha ribadito che l'amministrazione terrà comunque conto degli 8.730 voti espressi dagli elettori oristanesi contro Abbanoa ma che le regole europee in materia di gestione del servizio idrico integrato non consentono in alcun modo il ritorno alla gestione diretta del servizio auspicato dai promotori della consultazione.