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"Sento di doverlo dire senza mezze misure: non distruggete una straordinaria missione di assistenza per persone deboli e spesso senza nessuno! Senza l'Aias migliaia di persone deboli e indifese sarebbero lasciate sole, senza speranza. Migliaia di famiglie sarebbero scaraventate di punto in bianco nella gogna di un'assistenza impossibile" – Lo dichiara Mauro Pili di Unidos.
 
"Non sono qui per giudicare se questo sia un bene o un male. Posso semplicemente dire che oggi senza l'Aias, senza quelle migliaia di assistenti con grande esperienza e professionalità, la Sardegna dei più deboli sarebbe in ginocchio – prosegue Pili – non vi è alternativa alcuna. E qualsiasi decisione non potrà in alcun modo prescindere da quelle professionalità e da quel tipo di patologie".
 
"Se un lavoratore da nove mesi non viene pagato ha il diritto di protestare! Ha il diritto di urlare! I sindacati hanno il dovere di alzare la voce! Nel Sulcis i lavoratori e i sindacati c'hanno messo sempre la faccia e qualche volta la vita – e conclude – ci sta tutto in questa società che ci circonda, ma non tutto ciò non deve far venire mai meno lo spirito dichiarato e primordiale dell'Aias sarda, aiutare i più deboli, gli emarginati, le donne e gli uomini rimasti soli e abbandonati nella loro drammatica disabilità. La smetta la Regione di stare a guardare. Dismetta l'ignavia e agisca. Paghi il dovuto e paghi i lavoratori, applicando se necessario le procedure esecutive per superare tale situazione. Non è tollerabile nessun ulteriore ritardo. La dignità dei lavoratori è la dignità dei pazienti".