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Le associazioni che operano nel servizio 118 della Sardegna non ci stanno. Rifiutano "il ruolo di semplici comparse nel sistema di Emergenza-urgenza 118" perché ritengono di "avere la conoscenza e la responsabilità di porre i quesiti utili a migliorare un servizio essenziale per tutti". Eppure, la richiesta d'incontro inoltrata l'11 gennaio scorso all'assessore alla Sanità, Luigi Arru, è rimasta inascoltata.

Mancata risposta che oggi, in un incontro dei Comitati paritetici che fanno capo alle centrali operative di Cagliari e Sassari, è stata considerata "molto negativamente". "Il perdurare di un atteggiamento di noncuranza – fanno sapere in una nota i rappresentanti dei comitati – è la dimostrazione che si vuole rifiutare qualsiasi ipotesi di confronto, volendo far calare dall'alto scelte studiate a tavolino, spesso da chi non ha piena conoscenza dei problemi". In particolare, i delegati per i due comitati sono preoccupati perché continuano a esistere "situazioni difficili, scaricate sulle spalle delle associazioni che da anni continuano a lavorare con temporanei rinnovi della convenzione, per una precarietà del sistema che sta impedendo alle Associazioni di mantenere i livelli di qualità richiesti, pregiudicandone l'operatività ma lasciandogli totalmente le responsabilità".

E poi, "per lo sviluppo di un processo che sta portando ad una stasi nel servizio di soccorso e alla sua presumibile chiusura", infine per "le ipotesi circolanti, che prevedono l'attivazione di meccanismi che appaiono più come sistemi per macinare risorse economiche che per produrre servizi e assistenza di qualità". Per questi motivi i comitati paritetici chiedono "maggiore attenzione per le Organizzazioni che operano nell'emergenza quotidiana", e soprattutto "un incontro urgente con il governatore Francesco Pigliaru e con l'assessore Arru".