La sede alternativa non è ancora stata decisa, ma è ormai certo che il maxi-processo per le rapine ai portavalori non si celebrerà nel tribunale di Lanusei per problemi di sicurezza. Le prime soluzioni sono state prospettate oggi in un vertice in Prefettura a Nuoro: trasferimento nell'aula bunker del carcere sassarese di Bancali – ipotesi più probabile -, utilizzo di un'aula del palazzo di giustizia di Cagliari oppure conferma della sede a Lanusei ma con le udienze in video conferenza per gli imputati detenuti.
"Come Prefettura abbiamo aderito alla richiesta del Procuratore generale di affrontare la tematica – ha spiegato la Prefetta di Nuoro Daniela Parisi – Lo scopo della riunione non era quello di trovare una soluzione oggi, ma di fare un approfondimento tecnico su uno scenario di particolare rilevanza per la sicurezza di tutti. Sulla base delle problematiche emerse dall'incontro, deciderà la presidente del tribunale di Lanusei Paola Murru, a cui spetta la scelta finale". La prima udienza, alla quale oltre ai 12 detenuti in carcere dovranno comparire altri 16 imputati tra quelli in regime di arresti domiciliari e a piede libero, è prevista per il 28 aprile a Lanusei, ma potrebbe slittare proprio in attesa di conoscere le sorti della sede processuale. Sul possibile trasferimento, i penalisti avevano minacciato uno sciopero a oltranza.
Oggi il presidente dell'ordine degli avvocati del foro di Lanusei, Gianni Carrus, spiega: "Di fronte ai problemi legati ai nostri piccoli tribunali, non possiamo opporre veti e non ci resta che prendere atto delle decisioni che adotteranno i vertici del Comitato di sicurezza". Alla riunione presieduta dalla prefetta hanno partecipato il Procuratore generale di Cagliari e il presidente della Corte d'appello, Roberto Saieva e Antonio Onni; i presidenti dei tribunali di Nuoro e Lanusei, Vincenzo Amato e Paola Murru; i Procuratori di Nuoro e Lanusei, Andrea Garau e Biagio Mazzeo; il Questore di Nuoro Massimo Colucci; i comandante della Guardia di Guardia Finanza e dei Carabinieri del capoluogo barbaricino, Antonello Urgeghe e Saverio Ceglie; il responsabile dell'amministrazione penitenziaria della Sardegna Maurizio Veneziano.







