Le manifestazioni unitarie in Sardegna sono andate in soffitta ormai da qualche anno. E anche il prossimo 1 maggio l'Isola non avrà un momento sindacale clou per celebrare la festa del lavoro. O meglio, per celebrare il lavoro che non c'è. Disoccupati, cassintegrati, precari, poveri: la Sardegna è maglia nera nelle classifiche nazionali, "c'è poco da festeggiare", commentano in coro i vertici di Cgil, Cisl e Uil.
"Non abbiamo stabilito nessun appuntamento, anche perché festeggiare il lavoro che non c'è è molto complicato – conferma all'ANSA la segretaria generale della Uil Francesca Ticca – Noi teniamo sempre la fiamma accesa sul tema, ma è battaglia quotidiana. Dobbiamo riscoprire questi valori che stentano, in una società come la nostra, ad avere spazio. Si vive con difficoltà il tema del lavoro e delle politiche attive perchè – spiega la leader sindacale – concretamente sembrano scomparse dall'agenda principale della politica. Ma per noi, Cgil, Cisl e Uil, costituiscono un valore universale".
L'1 maggio, quindi, i confederali andranno in ordine sparso. Francesca Ticca e Ignazio Ganga, segretario generale della Cisl, saranno a Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, con le segreterie nazionali; Michele Carrus, leader della Cgil sarda, protagonista invece a Villacidro in una delle quattro manifestazioni del sindacato, le altre sono a Perdasdefogu, Carbonia e Olbia. "Per noi questo 1 maggio – sottolinea Carrus all'ANSA – è da una parte un'occasione lieta dopo tanto tempo, perché la nostra battaglia per i diritti dei lavoratori, grazie ai referendum e alla proposta di legge popolare per un nuovo Statuto, ha registrato un primo importante successo con l'abrogazione dei voucher e il ripristino della responsabilità solidale negli appalti.
Dall'altra parte, in una regione come la nostra, con i suoi tassi di disoccupazione e il disagio di migliaia di persone che hanno perso il lavoro e persino la speranza di ritrovarlo, o la forza di continuare a cercarlo, è sempre importante ricordare la centralità del lavoro, valore fondante della democrazia". Di ridisegnare un nuovo futuro per l'Isola, parla Ignazio Ganga. "Al territorio regionale serve una via alta allo sviluppo – argomenta il leader della Cisl in un colloquio – Quindi vanno recuperate quanto prima alcune criticità, a partire dal comparto industriale: senza un sistema industriale evoluto dubitiamo possa essere raggiunto il traguardo di una nuova modernizzazione della Sardegna. Porsi il problema del rilancio dell'Isola nel suo complesso, vuol individuare una diversa responsabilità, anche pubblica, nell'orientare scelte e missioni produttive, difendere le potenzialità economiche locali, promuovere linee di politica industriale tendenti realmente a sostenere un tessuto produttivo innovativo".







