Tutti i gruppi di centrodestra in Consiglio regionale chiedono di fare chiarezza sulla presenza d'amianto e di sostanze chimiche inquinanti in Sardegna per le quali è indispensabile procedere con una adeguata bonifica. Così è stata presentata la richiesta d'istituzione di una commissione d'inchiesta sull'argomento che suscita preoccupazione anche nell'Isola a seguito dell'incendio che ha distrutto la EcoX di Pomezia e per la notizia del pericolo amianto, a suo tempo incapsulato nelle coperture del tetto dei capannoni.
"Da parte del Governo vogliamo valide motivazioni sul perché i lavoratori sardi non hanno avuto i benefici della L.257/1992 mentre quelli di Porto Marghera, Brindisi e Ravenna ne hanno beneficiato – spiega il capogruppo Fi, Pietro Pittalis – I sardi non hanno mai avuto accesso alla tutela sanitaria specifica degli ex esposti all'amianto sebbene in Sardegna la legge regionale 22 del 2005 abbia istituito il registro e affidato tutto allo Spresal".
Per il capogruppo Gianluigi Rubiu e per i consiglieri dell'Udc Giorgio Oppi, Alfonso Marras e Giuseppino Pinna, "sono stati predisposti degli strumenti normativi per tutelare i cittadini, ed in particolare i lavoratori, che in misura maggiore subiscono i danni derivanti dalla dismissione dell'amianto dai luoghi di lavoro. Per i lavoratori sardi dei siti ex Enichem ma anche per i loro familiari si è venuta a creare una gravissima forma di discriminazione che ha pesato e pesa sia per quanto riguarda la tutela sanitaria che per le ripercussioni economiche.
Una disparità assurda con gli operai impegnati tra Porto Marghera, Brindisi e Ravenna – continuano – con la mancata copertura delle spese relative agli esami diagnostici e di laboratorio, ma anche alle visite e alle terapie specialistiche. Senza dimenticare il fatto che ai familiari dei lavoratori deceduti viene negato il diritto al risarcimento per la morte legata alla malattia professionale dei loro congiunti".