"Il bando Igea riservato ai lavoratori Ati Ifras offre certezze solo ad alcuni, gli altri – circa 300 operai – restano tagliati fuori". Lo afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, Ignazio Locci (Forza Italia), che invita la Giunta a "sveltire i procedimenti e assicurare certezze occupazionali per tutti".
Tra l'altro, sottolinea, "i lavoratori non si fidano: le procedure messe in campo dalla Regione sollevano perplessità e inducono a sospettare che le assunzioni privilegino solo gli 'amici'". Il secondo bando Igea per l'assunzione degli ex lavoratori Ati-Ifras che hanno operato sino al 31 dicembre 2016 nei cantieri del Parco Geominerario della Sardegna, è stato pubblicato una settimana fa. Tuttavia, obietta Locci, "non risolve il problema occupazionale e non ci lascia per nulla tranquilli. A fronte, infatti, di un bacino di circa 500 lavoratori, ad oggi si prevede l'assunzione a tempo determinato di 120 maestranze. Peraltro a conclusione di una procedura che durerà ancora qualche mese. Per tutti gli altri ex Ati-Ifras non vi sono prospettive, se non la Naspi, che certamente non può bastare".
Nel frattempo, aggiunge, "sul fronte dei Comuni (altri soggetti autorizzati a farsi carico di figure professionali provenienti da Ati-Ifras) tutto tace e non risulta alcuna presa in carico di forza lavoro. Insomma, tutti i timori che avevamo espresso mesi fa, si stanno rivelando fondati". E insomma, conclude l'esponente azzurro, "non vi è da parte della Giunta una vera e propria strategia per uscire dal pantano causato dalla risoluzione avventata della convenzione con Ati-Ifras, anche perché il problema non è soltanto l'assenza di certezze occupazionali per 500 sardi: in ballo ci sono anche i progetti di manutenzione del verde pubblico e dei siti archeologici che fino al dicembre scorso erano a cura di Ati-Ifras".