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Non c'è pace per la legge Finanziaria 2016 della Regione Sardegna, che ha già dovuto subire modifiche nella parte del bilancio armonizzato. La Corte Costituzionale ha, infatti, dichiarato l'illegittimità di tre norme che riguardano la sclassificazione, cioè la sdemanializzazione, degli usi civici, il divieto di pignoramento dei finanziamenti pubblici concessi a Enti locali e Consorzi di bonifica e l'eliminazione delle sanzioni per i Comuni che sforano il patto di stabilità.

Nel contenzioso istituzionale sollevato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri la Regione non si era costituita in giudizio. Riguardo al primo punto, fortemente contestato anche dagli ambientalisti, i giudici sostengono che "vi sia una chiara incoerenza tra la sua formulazione e la natura del vincolo paesistico-ambientale, il quale comporta, salvo le tassative eccezioni di legge, la conservazione del bene civico e del suo regime giuridico". Non solo: la Consulta rimarca che "i beni d'uso civico sono inalienabili, inusucapibili ed imprescrittibili e la loro sclassificazione, che è finalizzata a sottrarre in via definitiva alla collettività di riferimento il bene, è un evento eccezionale subordinato alle specifiche condizioni di legge, tra le quali mette conto ricordare che le zone oggetto di legittimazione o di alienazione non interrompano la continuità del patrimonio collettivo, pregiudicandone la fruibilità nel suo complesso".

Consentendo, invece, di escludere dal pignoramento i fondi destinati alla opere pubbliche delegate dalla Regione e messi a disposizione agli enti, quindi "introducendo una limitazione al soddisfacimento patrimoniale delle ragioni dei creditori dei suddetti enti ed assegnando alle situazioni soggettive di coloro che hanno avuto rapporti con essi un regime sostanziale e processuale peculiare rispetto a quello ordinario altrimenti applicabile", la seconda norma censurata "incide – scrive la Consulta – nelle materie 'ordinamento civile' e 'norme processuali' di competenza esclusiva dello Stato". Infine l'eliminazione delle sanzioni per i piccoli Comuni che sforano il patto di stabilità interno, è stata dichiarata illegittima perchè la norma "afferisce alla materia del coordinamento della finanza pubblica e trova applicazione anche nei confronti delle autonomie speciali".