Reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Queste le motivazione che hanno spinto il Gip di Cagliari Cristina Ornano a firmare gli arresti per le sette persone della Floursid di Macchiareddu, tutte accusate di associazione a delinquere, disastro ambientale e inquinamento. Nell'ordinanza di 168 pagine, il giudice spiega che le indagini sono ancora in corso per acquisire diverse fonti di prova "di natura strumentale e dichiarativa che devono essere ancora cristallizzate e che potrebbero venir inquinate dagli indagati, nonché attività investigative volte a individuare le altre aree inquinate ed eventuali altri complici coinvolti nelle azioni delittuose".
Il Gip sottolinea che "risultano da individuare i soggetti che avevano concordato con Armando Benvenuto Bollani e Michele Lavanga la corresponsione di somme di denaro in cambio del silenzio" ma anche "chi ha messo a disposizione le aree" e i "compiacenti". Per il giudice inoltre "Sandro Cossu, Michele Lavanga e Armando Bollani" possono "anche per interposta persona, minacciare, intimorire, irretire o corrompere le persone informate sui fatti. Cosa peraltro che Lavagna e Bollani hanno già fatto".
Il Gip parla di "sistematico occultamento delle prove" da parte di Lavanga e di "formazione di relazioni ideologicamente false destinate alle autorità ispettive e di controllo, con l'ordine di distruggere foto e video compromettenti, nonché la consegna del silenzio imposta ai dipendenti e in alcuni casi anche con gravi e concrete minacce di ritorsioni". Gli arrestati possono reiterare il reato anche perché, scrive il giudice, "le indagini hanno dimostrato come l'attività criminosa sia in atto e come essa sia proseguita nonostante le sanzioni irrogate dall'Ispra, le prescrizioni, la consapevolezza della violazione delle soglie di rischio, le lamentele dei vicini e le minacce di denuncia".
"Andrà approfondito il livello di coinvolgimento in tali pratiche dell'intera dirigenza e della stessa proprietà della Fluorsid Spa, aspetto finora non sufficientemente sondato ma che richiede di essere accertato". Lo scrive il Gip Cristina Ornano nell'ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha fatto finire in manette alcuni dei vertici della società di Macchiareddu, di cui è proprietario il presidente del Cagliari Calcio Tommaso Giulini, al momento estraneo all'inchiesta.
Riferendosi alla possibile reiterazione dei reati da parte degli indagati, il giudice sottolinea come "appare non semplicemente altamente probabile, bensì certa con conseguente aggravamento dell'offesa all'ambiente e alla pubblica incolumità". Appreso delle indagini, scrive ancora il Gip, "gli associati anziché interrompere l'attività criminosa hanno assunto maggiori cautele nelle conversazioni telefoniche o hanno variamente manifestato la preoccupazione di essere scoperti".