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Saranno presentati in occasione del convegno internazionale "Imbarcazioni e rotte tra la Sardegna e il Mediterraneo nelle età del bronzo e del ferro", gli esiti degli studi secondo cui i sardi avrebbero avuto un ruolo attivo nel traffico marittimo del Mediterraneo.

Sabato 20 maggio, alle 18:30 nel Museo della Tonnara di Stintino interverranno Anna Depalmas, docente di Preistoria e Protostoria dell'Università di Sassari, e Giovanna Fundoni, ricercatrice. "Mancando i relitti, le caratteristiche delle imbarcazioni dell'epoca vengono ricostruite sulla base dei resti iconografici – spiega Depalmas – c'è un archivio incredibile di navicelle votive che possiamo riconoscere come nuragiche per i particolari unici, che le rendono differenti dai modelli presenti in altre aree del Mediterraneo".

I modellini studiati, in ceramica e in bronzo, presentano la stessa posizione della prua e le medesime figure animali. E il ritrovamento di numerosi materiali in diverse parti dell'Isola permette di tracciare le possibili rotte compiute nel Mediterraneo.

Si tratta di materiali nuragici risalenti al 1300-1200 a.C., rinvenuti a Cipro e Creta. In Spagna, in particolare nella provincia andalusa di Huelva, sono stati scoperti resti nuragici che si posso far risalire al 1000 circa a.C., tra la fine dell'età del bronzo e l'inizio dell'età del ferro.