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Entro la pausa estiva si dovranno tirare le somme della crisi aperta in Regione con le dimissioni dell'assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda e la richiesta del Partito dei sardi, di cui è presidente, di una svolta incisiva in chiave autonomista del governo guidato da Francesco Pigliaru. E' quanto emerge dal faccia a faccia tra lo stesso Pigliaru e la delegazione del PdS capeggiata dal segretario Franciscu Sedda.

Quattro i punti irrinunciabili posti dal partito per restare nella maggioranza di centrosinistra, tutti nel solco di alzare il livello di scontro con lo Stato per dare più forza alle ragioni della Sardegna: fare pressioni sul Governo affinchè ritiri il ricorso contro l'istituzione dell'Agenzia sarda delle entrate, lavorare per il riconoscimento delle specificità linguistiche nella nuova legge elettorale nazionale per modulare il quorum, rendere subito disponibili le somme bloccate sugli accantonamenti, sollecitare Roma per notificare alla Commissione europea la condizione di insularità della Sardegna. A questi temi Pigliaru ha aggiunto quello della dismissione delle servitù militari. "La risposta positiva su questi tempi – chiariscono il segretario Sedda e il capogruppo Gianfranco Congiu – è fondamentale per riscoprire la ragione che lega una forza indipendentista a una maggioranza progressista: siamo fiduciosi".

Un pacchetto di richieste che nelle indicazioni del PdS dovrà viaggiare in modo unitario, non quindi in tavoli separati, e dovrà trovare soluzioni in tempi rapidi. Quanto al dopo Maninchedda, se da qui ad agosto ci sarà bisogno di "sgravare" dall'interim il vicepresidente della Giunta Raffaele Paci, il PdS è pronto a mettere in campo un sostituto temporaneo: il direttore generale dell'assessorato ai Lavori pubblici Edoardo Balzarini. Nel frattempo, occhi puntanti sulle amministrative di domenica 11 giugno, test importante per la tenuta della coalizione e per eventuali nuovi equilibri tra gli alleati, PdS in testa. Per questo il partito si è dato appuntamento ad Arborea per il 24 giugno quando i giochi saranno ormai fatti.