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Martedì 20 giugno scenderanno in piazza con un corteo che partirà alle 18.30 da Piazza Garibaldi, i movimenti e le realtà critiche nei confronti di questo modello economico per protestare contro il G7 dei trasporti.

“La  regione Sardegna  che ‘vanta’ il primato di inefficienza nei trasporti avrà       'l'onore' di ospitare a Cagliari il 21 e 22 giugno i ministri G7 dei trasporti e i loro accompagnatori, il governo italiano, mentre rinvia ancora  “il piano nazionale contro la povertà”,  spenderà per  gli ‘aspetti logistici-protocollari”e per “aspetti di sicurezza”circa 50 milioni di euro e intanto le maggiori compagnie aeree italiane,  Alitalia e Meridiana,  diventano un buon bocconcino per Arabia Saudita e Qatar.”, denunciano gli organizzatori del corteo.

“ Ricordiamoci che i G7 non sono un organismo democratico, sono i paesi più ricchi e potenti che, spinti esclusivamente da interessi economici e geopolitici, pretendono di decidere per noi e per tutto il mondo su tutti gli aspetti della nostra vita,  attuale e futura,  imponendoci poi le loro scelte”, insistono gli opositori.

 “Parte della città sarà sotto occupazione, i suoi abitanti saranno sottoposti a controlli rigidi,dovranno passare attraverso dei check point per uscire ed entrare dalle loro case con notevole dispiegamento di forze armate e di polizia, con cecchini sui tetti e reparti speciali fatti arrivare chissà da dove, tutti a proteggere (ma da chi?) i famosi "grandi della terra", afferma il Social Forum di Cagliari.

“In Sardegna però decideranno le sorti del mondo su ’trasporti e sviluppo sostenibile’ ma “l’unica sostenibilità veramente valutata sarà quella economico-finanziaria” del  libero trasporto di merci prodotte a buon mercato grazie a regimi di dumping sociale. A quando la libera circolazione delle persone?  Aumenterà però il traffico di  petroliere da Sarroch alle Bocche di Bonifacio, di navi che trasportano le bombe prodotte a Domusnovas fino in Yemen e non solo, di navi e aerei militari che trasportano strumenti di guerra e distruzione. Dicono  ‘nel settore dei trasporti e delle infrastrutture,  i temi sociali sono legati all’accessibilità, equità e coesione sociale’! Una beffa crudele per noi sardi che non abbiamo reale e dignitosa continuità territoriale con il resto d’Italia e nemmeno con le isole minori”, conclude la nota.