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Carceri sarde al collasso a causa della carenza di agenti. "Per sorvegliare 2.100 detenuti ci sono solo 1631 poliziotti contro una dotazione minima di 1.800 agenti, necessaria per mantenere i livelli di sicurezza. A ridurre all'osso il personale in servizio all'interno dei penitenziari è stato un provvedimento ministeriale che ha ridimensionato la pianta organica regionale sottraendo 250 agenti dalla disponibilità del sistema carcerario sardo".

La denuncia arriva dal segretario regionale dell'Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), Roberto Melis. "Oramai la cronica carenza di personale di polizia sta creando gravissime problematiche al mondo penitenziario isolano. Ai numeri scarsi che riguardano il personale in servizio – spiega Melis – bisogna aggiungere che oltre il 30% dei poliziotti è prossimo al pensionamento. In diverse realtà sono state imposte le turnazioni di otto ore su tre quadranti, limitando notevolmente il benessere di tutto il personale di polizia il quale si trova a dover affrontare turni massacranti e al limite della sopportazione. In diversi istituti i cosiddetti eventi critici si susseguono con una cadenza quasi giornaliera, esempio su tutti Sassari Bancali, dove oramai il personale e allo stremo, e a oggi ancora non è presente un comandante effettivo appartenente al ruolo dei Commissari penitenziari. Nonostante le recenti richieste di interventi da parte dell'Osapp alle varie istituzioni a oggi nulla si è mosso".

"Se il carcere di Cagliari-Uta e quello di Sassari Bancali (430 detenuti per 360 posti con 90 in regime di 41bis e 20 in regime alta sicurezza) continuano a essere le più gravi realtà del sistema detentivo in Sardegna – ha sottolineato il sindacalista – non bisogna dimenticare la situazione delicata delle due Case di reclusione destinate ai detenuti in regime di alta sicurezza quali Tempio Pausania (Nuchis), dove sono circa 180 detenuti a fronte dei 160 posti previsti, e quella di Oristano (Massama) con circa 260 detenuti per 250 posti previsti". Melis denuncia anche la mancanza delle figure di coordinamento: "Carenza di direttori effettivi, che attualmente sono solo cinque per dieci istituti, e gli stessi a volte devono anche dirigere due o tre istituti contemporaneamente; totalmente assenti invece i vicedirettori, e carenti anche le figure degli operatori appartenenti alle equipe di trattamento quali educatori e psicologi".