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Gli 'effetti collaterali' delle depilazioni definitive con la tecnica della cosiddetta 'luce pulsata' sono arrivati al vaglio della Cassazione. I supremi giudici hanno confermato la condanna alla multa da 800 euro e al risarcimento del danno di cinquemila euro nei confronti di una estetista di Cagliari, Valentina F., che aveva provocato delle ustioni di secondo grado a una sua cliente durante la depilazione dell'interno coscia effettuata con la luce pulsata che promette lo sradicamento 'per sempre' dei peli di troppo.

Senza successo l'imputata ha sostenuto che "le ustioni erano possibili e rare complicanze del trattamento di luce pulsata" e le bruciature che si erano verificate all'inguine della cliente, signora D.I., erano "un caso eccezionale, per cui nessun rimprovero poteva esserle mosso". La multa e il danno biologico erano stati inflitti e quantificati, in primo grado, dal giudice di pace di Cagliari e poi confermati dal Tribunale del capoluogo sardo nel febbraio del 2016.

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'estetista e la ha anche condannata a pagare duemila euro alla cassa delle ammende perché il suo avvocato ha fatto ricorso fuori tempo massimo.