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Battersi per una nuova legge elettorale che tenga conto della necessità di rappresentare tutti i cittadini.

Era questo lo scopo dei Comitati sardi per la democrazia costituzionale nati sei mesi fa sulla scia del successo ottenuto al referendum costituzionale. Oggi hanno presentato una petizione popolare per l'adozione di una legge da scrivere avendo come riferimenti costanti la Costituzione e lo Statuto sardo.

Un testo che preveda quattro punti fondamentali: l'eliminazione del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento, il varo di un sistema elettorale proporzionale con collegi plurinominali tali da conciliare la pluralità delle opinioni e con l'esigenza di contenere gli eccessi di frammentazione partitica; l'introduzione della doppia preferenza di genere; l'abbandono di un modello presidenziale in favore di quello parlamentare sulla falsariga delle esperienze tedesca, spagnola e britannica.

"Chiediamo che il presidente del Consiglio regionale e i presidenti dei gruppi destinatari della petizione si impegnino nella scrittura di una legge che rispetti questi principi", ha spiegato uno dei rappresentanti dei comitati, Marco Ligas. E' chiaro, ha precisato, che "questo progetto nasce sulla base del giudizio pessimo che abbiamo dell'attuale legge elettorale che non consente la rappresentanza di tutti i cittadini, come dimostrato alle ultime regionali quando la coalizione guidata da Michela Murgia, nonostante un risultato del 10%, non ha eletto nemmeno un consigliere". Secondo Omar Chessa, docente dell'Università di Sassari, "una delle criticità maggiori è rappresentata dal premio di maggioranza, molto più alto in Sardegna che a livello nazionale, e dal quale dipende anche l'irrazionalità nell'assegnazione dei seggi".