"Non ho mai dubitato che sarei stato assolto, mai avuto un tentennamento". Così l'avvocato cagliaritano Alessandro Dedoni, assolto con formula piena dall'accusa di concorso in estorsione che gli era stata contestata per aver aiutato un suo assistito a far redigere un testamento olografo alla moglie, vittima secondo la Procura di Cagliari di ripetuti maltrattamenti.
Questa mattina, accogliendo le spiegazioni che i difensori del penalista avevano fornito al pm Emanuele Secci, la Gup Cristina Ornano ha fatto cadere le accuse con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste. "Non era possibile che mi condannassero – spiega Dedoni – mi veniva contestata l'estorsione per un testamento rinvenuto prima ancora che io stesso intervenissi in questa vicenda. Non solo.
Il mio assistito era già erede, visto che esisteva un altro testamento di un anno prima che lo designava tale". L'avvocato sottolinea di aver patito "con molta sofferenza l'onta dell'accusa mossagli dalla Procura", rivendicando il diritto di muovere ulteriori passi "in ogni sede" per difendere la propria onorabilità e "perseguire chi ha sbagliato". Un riferimento, nemmeno troppo velato, alla Procura di Cagliari che lo ha inquisito.