Una cittadina che nei giorni scorsi aveva cominciato a colorarsi di giallo. Timidamente, quasi per scaramanzia, ma qualcuno aveva rotto gli indugi e appeso qualche drappo di quel colore alla finestra. Villacidro, quindicimila abitanti, ha un po' il carattere del suo campione Fabio Aru: forte passione, ma grande concretezza. Sembra quasi che soffra – come è successo oggi per la maglia gialla sfilata da Froome al ciclista sardo – e gioisca in silenzio per le imprese del suo campione al Tour de France. Anche se poi qualcuno, soprattutto dopo la prima tappa vinta o dopo la conquista della maglia gialla, non ce l'ha fatta proprio e ha girato in auto le strade di Villacidro schiacciando furiosamente il clacson. Ognuno la vive a modo suo. In gruppo, come succede ogni giorno al Fan club di Aru.
O da soli come fa ad esempio l'assessore allo sport e tifoso Marco Erbì "Io mi isolo – spiega prima della tappa di oggi – cerco di seguire la corsa in relax. So che in tanti si riuniscono nei locali. Ma io continuo così. Tutti stanno seguendo le imprese di Fabio. Tutti sapevamo quanto fosse forte, ma in qualche modo anche la stessa Villacidro è rimasta sorpresa. E non parla d'altro. Fabio ci sta riempiendo di orgoglio, sta facendo girare il nome di Villacidro in tutto il mondo.
C'è tanta partecipazione: quando ci sono le dirette la comunità rimane in silenzio". Come se il tempo si fermasse. Stessa "strategia di gara" anche per Paolo Angius, direttore della scuola di ciclismo e organizzatore della Pedalaru, la pedalata collettiva con Aru che corre insieme a grandi piccini per le strade della cittadina. "Sto da solo – racconta anche lui prima di sistemarsi davanti alla tv – e, tra ansia e adrenalina, fumo molte sigarette: vivo molto intensamente la gara. Poi magari ci ritroviamo con gli amici al bar per condividere le emozioni. E può succedere anche che a qualcuno scappi da piangere". C'è ancora da soffrire: la classifica di oggi non fa sorridere. Poca voglia di parlare a Villacidro dopo la tappa di Rodez, ma c'è quasi un tacito accordo: posto che tutto quello che sta succedendo è già nella storia, i conti si fanno alla fine. Su Facebook i tifosi si sfogano. Ma continuano a incitare il campione. "Tranquilli – commenta un supporter – lasciamogliela quella maglia così pesante. Per ora…".