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"Sono indispensabili forti azioni congiunte delle imprese ferroviarie, svolte in collaborazione con il ministero dell'Interno, che producano soluzioni alle violenze gratuite per futili motivi, con ritmi quotidiani, perpetuate verso lavoratori, troppo spesso lasciati soli in ambienti di lavoro saturi di aggressività".

E' quanto chiedono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl TAF, Fast Mobilità e Orsa Ferrovie a seguito dell'aggressione ad un capotreno, durante il servizio nella stazione di Porto Torres, spiegando che "è necessario rafforzare la sorveglianza e la prevenzione nelle aree ferroviarie, su tutti i convogli e comunque sull'intero trasporto pubblico".

"Le aziende che gestiscono i servizi – sottolineano le organizzazioni sindacali dei trasporti – hanno il dovere ed il compito di tutelare tutte le attività di verifica e di accertamento. La quasi totalità delle aggressioni è connessa al controllo dei biglietti ed anche le pessime condizioni in cui circola il materiale, i disservizi e la scarsità dei posti offerti contribuiscono all'aumento di aggressività dei viaggiatori che riversano il proprio disagio sui lavoratori, specie durante i controlli".

"Ci attiveremo – sostengono infine Filt, Fit, Uiltrasporti, Ugl, Faisa ed Orsa – per sollecitare maggiori interventi, adottare proposte sindacali giudicate utili alla tutela dei lavoratori, come la ripresa degli incontri territoriali con le imprese ferroviarie, Protezione aziendale e le Prefetture, istituiti a seguito del grave episodio di Milano Villapizzone dove un capotreno fu aggredito con un machete". 

La capotreno aggredita da un gruppo di stranieri mentre controllava i biglietti sul regionale 26981 Porto Torres-Sassari, "è stata visitata all'ospedale di Alghero e, constatato lo stress conseguente all'aggressione, le hanno fatto un certificato per infortunio sul lavoro". Lo rende noto il segretario generale della Fit-Cisl Sardegna, Valerio Zoccheddu, contestando la ricostruzione fornita sull'episodio da Trenitalia, "una smentita gravissima e imbarazzante", sottolinea. "Invece di preoccuparsi di dare risposte serie e concrete al grave problema della sicurezza sul lavoro dei propri dipendenti – attacca Zoccheddu confermando le prime dichiarazioni del sindacato – Trenitalia non si preoccupa neanche di verificare lo stato di salute della capotreno". La Fit-Cisl chiede la convocazione di un tavolo istituzionale presso la prefettura di Cagliari che coinvolga tutte le aziende concessionarie di trasporto pubblico locale gommato e ferroviario e le organizzazioni sindacali.