Nella lista sarda del Pd alla Camera la cesella del quarto posto è senza nome. C’è scritto: “Nazionale altri partiti”. Sarà riservato cioè a un candidato indicato dalla segreteria nazionale e pescato tra gli alleati della coalizione, che si assicurano così seggi sicuri. E in Sardegna il seggio sicuro dovrebbe andare un esponente del Psi.
Circolano due nomi, entrambi legati alla prima Repubblica: Bobo Craxi, figlio dell’indimenticato Bettino e l’ex ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli.
Sono così due i candidati nelle liste estranei alle consultazioni del 30 dicembre. L’altro è quello del noto sociologo sassarese Luigi Manconi, marito di Bianca Berlinguer. Premiati i “lettiani”, Francesco Sanna, ripescato nonostante il terzo posto alle primarie nel collegio del Sulcis l’avesse escluso e Marco Meloni, candidato in Liguria. Rischiano ora il posto Paolo Fadda e Gavino Manca.
E così esplode la polemica nell’Isola. Alla direziona nazionale Silvio Lai, Graziano Milia e Antonello Cabras hanno votato contro. E su face book sale la protesta. “A proposito di regole”, scrive Romina Mura, prima nel collegio cagliaritano, “la definizione delle liste Pd Sardegna completamente fuori dalle regole. Squilibrio nella rappresentanza di genere e in quella territoriale. E vincitori delle primarie sostituiti impropriamente. Sono disgustata. Non posso tacere”.
Thomas Castangia, segretario provinciale Pd: “In Sardegna la lista per camera e senato non rispetta nessuno dei criteri che come direzione regionale avevamo votato. La lista al Senato é composta da 5 uomini, le primarie sono state alterate con anomale operazioni di ripescaggio, gli equilibri tra i territori radicalmente modificati, sono presenti ben 2 indicazioni nazionali una senza volto. Come rappresentante del Pd nella provincia di Cagliari non posso che esprimere il mio dissenso e garantirvi che metteremo in campo ogni azione che consenta di porre rimedio ad una operazione che ritengo miope e sbagliata da parte del livello nazionale”.
Durissimo il commento del consigliere regionale Francesca Barracciu: “Abbiamo fatto le primarie per superare il Porcellum e ne e' venuta fuori una porcata peggiore. Abbiamo chiamato i militanti del PD alle primarie e questi in massa avevano scelto i loro rappresentanti in Parlamento ma come di incanto i perdenti sono diventati vincitori e i vincitori perdenti. E come se non bastasse a questo inaccettabile stravolgimento delle regole si aggiunge che in Sardegna non e' stato rispettato nemmeno il 33% delle donne in lista. Quelle liste sono inaccettabili e vanno rispedite al mittente con tutti i mezzi politici a disposizione. Da che vige il Porcellum non si era mai vista una incursione romana nelle liste così pesante. Fassino non candidò nessun esterno, Veltroni una, oggi la situazione e' tale che sarebbe stato meglio non fare le primarie. Il segretario convochi urgentemente la Direzione Regionale”.
Intanto prime conseguenze politiche alle scelte romane. Giampaolo Diana si dimette da capogruppo del Pd in Consiglio regionale, in dissenso con le decisioni assunte ieri dalla direzione nazionale a Roma sulla composizione delle liste per le Politiche in Sardegna.
Si autosospende dal Pd anche Fabrizio Marcello, consigliere comunale e presidente della commissione comunale ai Servizi tecnologici: “Il 'popolo' ha scelto i suoi rappresentanti ed ora, è il partito stesso a decidere di disattendere questo risultato, scegliendo arbitrariamente chi deve rappresentarli”.
Se la direzione nazionale del partito Democratico e il segretario e premier Bersani non ripristineranno la democrazia e non rispetteranno l'esito delle primarie, i consiglieri provinciali del Pd si autosospenderanno dal Partito.
I consiglieri provinciali del Partito Democratico esprimono forte dissenso nei confronti del Pd nazionale per l'approvazione delle liste dei parlamentari per la Sardegna che violano l'esito delle primarie con il ripescaggio e l'inserimento in posizione di privilegio di candidati bocciati alle primarie, prevaricando coloro i quali le primarie le hanno vinte. Inoltre rilevano il pieno dispregio della doppia preferenza di genere, con l'approvazione di liste che escludono le donne dal Senato e sono offensive della democrazia e di tutte le persone che sono andate a votare rispondendo a una grande apertura e manifestazione di grande democrazia e partecipazione che lo stesso Pd aveva promosso il 25 novembre e il 30 dicembre.
Le liste approvate sono una mancanza di rispetto, un tradimento dei tanti volontari e delle tante volontarie che hanno lavorato e creduto nelle primarie ed evidenziano una sottorappresentanza della Provincia di Cagliari, che verosimilmente potrà contare sull'elezione di due candidati. Quanto accaduto rappresenta un forte arretramento che ha determinato forte delusione, col rischio di vanificare il lavoro fatto che aveva consentito di recuperare alla politica e alla partecipazione milioni di persone. I consiglieri confidano in un immediato intervento riparatore da parte della direzione nazionale del partito del segretario e premier Bersani.
Emanuele Armeni, Rita Corda, Cristian Gitani, Giorgio Marongiu, Walter Marongiu, Luca Mereu, Roberto Pili, Massimo Pusceddu, Enzo Strazzera, Claudio Uccheddu







