Mozione di sfiducia per il governatore Ugo Cappellacci.
L’opposizione in Consiglio regionale sul piede di guerra: i gruppi di Sinistra ecologia e libertà, Italia dei valori, Centro democratico e Sardigna libera hanno annunciato la presentazione della mozione nei confronti del presidente della Giunta.
Durissimo attacco a Cappellacci, che viene definito “inadeguato”. “La Sardegna non deve patire le conseguenze dell’agonia politica di un Presidente inadeguato a guidare la Regione e la Comunità dei Sardi fuori dalla crisi economica, sociale, politica ed istituzionale – ha dichiarato il consigliere Luciano Uras (Sel). I firmatari – insieme ad Uras anche Giorgio Cugusi, Carlo Sechi e Daniele Cocco (Sel), Adriano Salis e Giovanni Mariani (Idv), Roberto Capelli (Sardegna è già domani), Claudia Zuncheddu (Sardigna libera) – hanno inviato la mozione a tutti i presidenti dei Gruppi, cominciando dai Riformatori, affinché sia condivisa dal più ampio numero di consiglieri regionali prima di essere presentata.
Nella mozione, i consiglieri sottolineano come “rispetto allo stato di emergenza sociale ed economica in cui versa la Sardegna è evidente l'inconsistenza delle iniziative assunte dal Presidente e dalla Giunta regionale sui temi del lavoro, dello sviluppo, dell'occupazione, della scuola, della sanità e del sociale”.
Il Presidente inoltre “non sarebbe più sostenuto nemmeno dalla sua stessa maggioranza”. Il riferimento è chiaramente ai Riformatori che proprio ieri hanno presentato un esposto al Presidente della Repubblica affinché sciolga il Consiglio regionale, per la mancata abolizione delle province secondo quanto previsto dall’esito dei referenda del 6 maggio scorso.
“Più che una mozione di sfiducia e' una mozione degli sfiduciati”. Questo il commento del capogruppo Pdl in Consiglio regionale, Pietro Pittalis.
“Se dovesse essere presentata la mozione verrebbe bocciata esattamente come tutte le altre discusse finora nei confronti del presidente o singoli assessori” ha dichiarato Pittalis, che accusa l’opposizione: “Alla vigilia delle elezioni lor signori sono incapaci di esprimere una proposta credibile e tentano di frenare la loro emorragia di consensi con numeri ce appartengono a un repertorio ormai caduto in desuetudine”.