L’obiettivo è quello di scongiurare gli errori del passato. Come i posti di lavoro andati in fumo nel 2007. Racconta il docente Massimo Deiana ai consiglieri della Camera di Commercio che sei anni fa ci fu un forte interessamento alle aree della Zona Franca cagliaritana da parte di una azienda produttrice mondiale di autovetture (il nome non è stato menzionato, ndr), che intendeva realizzare, in Sardegna, uno stabilimento nel quale procedere alla sola finitura degli autoveicoli prodotti nella casa madre (localizzata in un paese extra-Ue) in funzione del mercato di destinazione degli stessi: l’Africa piuttosto che l’America o l’Europa.
La Zona Franca cittadina era perfetta per i loro scopi e, dal momento che l’interesse era rivolto all’intero perimetro del porto canale, Cagliari sarebbe così diventata uno dei più grandi nodi di trasformazione e smistamento di veicoli del mondo. “Interessi concorrenti”, ha spiegato Massimo Deiana alla Camera di Commercio, “impedirono la positiva conclusione dell’operazione e questa occasione di sviluppo andò perduta”.