La Promogest, la squadra di pallanuoto di Quartu Sant’Elena, rischia la bancarotta.
Potrebbe non riuscire ad iscriversi al prossimo campionato di A1, benché dopo aver disputato i playoff abbia concluso con un dignitosissimo settimo posto l’ultima stagione. Ora rischia addirittura di dover ripartire dalla serie D.
A non accettare questa eventualità è, innanzi tutto, il primo cittadino di Quartu, Mauro Contini, che ha scritto ai vertici della Regione per chiedere un loro immediato intervento.
“Ho appena inviato al governatore Cappellacci e all'assessore regionale Milia una lettera con la quale chiedo un incontro urgente per discutere della questione. L'obiettivo è valutare se vi siano soluzioni percorribili o sinergie da attivare che consentano di garantire un sostegno alla Promogest” spiega Contini.
Il sindaco ricorda che “negli anni passati, l'amministrazione comunale ha fatto quanto in suo potere per favorire, nel pieno rispetto delle norme e delle regole, l'attività delle società sportive quartesi. Da amministratore, tuttavia, conosco bene l'attuale situazione delle finanze pubbliche e la drammatica carenza di risorse che affligge gli enti locali e regionali. Ecco perché attraverso questa lettera aperta rivolgo il mio appello anche a tutte le persone di buona volontà, privati e sponsor, che siano interessati a investire in un progetto tanto nobile quale è il preservare una delle squadre storiche della pallanuoto isolana e nazionale. Si tratta di difendere anche posti di lavoro e competenze che altrimenti andrebbero inesorabilmente perduti”.
Contini conclude il suo appello spiegando che “ad eccezione di questi ultimi tre mesi – durante i quali sono stato costretto a lasciare la guida della mia Città – fin dall'inizio del mio mandato tutte le mie energie sono sempre state spese per valorizzare Quartu e per difendere tutte le sue eccellenze ambientali, culturali, umane e sportive. Tutelare una delle compagini più gloriose della pallanuoto sarda significa difendere un patrimonio di capacità e di successo che è il simbolo di una Sardegna vincente contrapposta a un'isola capace solo di piangersi addosso e di autosoffocarsi tra invidie e inettitudini”.







