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E' terminato con un battibecco tra Francesca Barracciu e Roberto Deriu a microfoni quasi spenti, e comunque subito ricomposto, il primo confronto all'americana fra i cinque candidati alle primarie di domenica prossima del centrosinistra per la scelta dell'aspirante governatore.

   A scatenarlo un affondo di Deriu contro il Consiglio regionale, di cui anche Francesca Barracciu faceva parte, che avrebbe affossato tutto quello che in Sardegna funzionava, Province comprese. Fosse successo all'inizio, il confronto organizzato a Mogoro dal sito cagliaritano Globalist forse avrebbe potuto prendere un'altra piega. A condizionarlo, invece, sono stati i tempi contingentatissimi che i cinque candidati hanno avuto per rispondere alle domande, in qualche caso molto articolate, formulate dalla moderatrice Claudia Sarritzu e dai tre giornalisti ospiti, Francesco Birocchi, Nicola Montisci e Giovanni Runchina.

   Tre minuti per spiegare come cancellare la disoccupazione, dove trovare i soldi per farlo o come cambiare il sistema della Sardegna, due per dire cosa succederà dopo le primarie, uno solo per spiegare come risolvere e con quale denaro il problema dei trasporti esterni e interni. Quando si è trattato di spiegare se erano disponibili a una eventuale alleanza con i "grillini" o con i Sardisti, a Deriu per dire la verità è bastato un solo secondo per pronunciare un semplicissimo "No".

 Più articolato il discorso dei suoi avversari. Tutti comunque in linea di massima orientati per il no tranne la Barracciu, per la quale il discorso è ancora prematuro. Per il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau l'unica alleanza possibile per il centrosinistra è quella con i sardi. Nessun patto, ha detto, con chi è corresponsabile dei disastri di Cappellacci. Sulla stessa linea l'indipendente Andrea Murgia: "Mai con chi ha approvato i Bilanci della Giunta Cappellacci".

Assolutamente contrario anche il socialista Simone Atzeni. Possibilista solo Francesca Barracciu, che comunque l'alleanza la vuol fare sicuramente anche lei con i sardi.  Per il resto ognuno per sè e tutti contro Cappellacci.

Sull'industria, sul diritto allo studio, sulle bonifiche dei siti industriali, sulla continuità territoriale aerea e marittima, sulle riforme degli enti locali, sulle politiche per il lavoro e via dicendo. Qualche divergenza di opinioni più marcata tra i cinque candidati sui temi dell'ambiente e dell'energia. Atzeni: no al carbone, sì al metano, ni alle trivellazioni.

Barracciu: riduzione dei consumi, no alle trivellazioni, sì al metano. Deriu: sì a trivellazioni esplorative ma poi decidono i territori. Ganau: trivellazioni no senza condivisione dei territori, sì al metano. Non sono mancate le proposte per così dire estemporanee. Una per tutte: quella di Simone Atzeni che suggerisce una Camera bassa del Consiglio regionale composta da venti sindaci.